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In acqua con "Capitan Uncino"

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Uisp-Capitan Uncino-1Ieri, il varo nazionale degli otto scafi. Oggi, la cerimonia pubblica

SANTA MARINELLA - Dalla Sicilia alla Lombardia, ragazzi con disabilità e senza, hanno realizzato, per il progetto “Capitan Uncino: in mare aperto per tutte le abilità", otto barche a vela di quattro. E dopo mesi di progettazione, costruzione, verniciatura e decorazione le stesse, ieri pomeriggio alle 15.00, hanno beneficiato del varo nazionale presso lo “scivolo” del Porto turistico “Odescalchi".

Il progetto, promosso dall’Uisp e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell'ambito della legge 383 di promozione sociale, ha visto circa 500 protagonisti. Altresì ricompresi due scafi laziali; uno costruito a Civitavecchia l’altro a Gaeta. “Perla”, il nome della barca costruita a Civitavecchia (Rm) grazie al concorso di quattro Associazioni: La Bilancella Onlus, Asd Pescatori Sportivi di Santa Marinella, Amici della Darsena Romana Onlus ed il Gruppo Scout Bsi - Stella Maris, con la collaborazione degli studenti del locale 'Istituto d'Istruzione Superiore "Viale Adige" (a cui è stato inoltre affidato il compito della comunicazione) e degli ospiti dell'Centro Diurno di Ladispoli. Ognuno si è occupato di un ambito di lavoro: costruzione dell’imbarcazione, realizzazione delle vele ed esercitazioni in barca per il primo contatto con il mare. A Gaeta, si è a sua volta attivata la collaborazione tra l’Istituto Tecnico Nautico “G. Caboto” e la Cooperativa Sociale “La valle”, che gestisce da vent’anni varie attività riabilitative, sia in ambito medico che sociale ed occupazionale. Il quartiermastro dell'equipaggio è Carmelina, una ragazza con disabilità. La barca si chiama “Cajeta”, nome originario della città in questione. “Capitan Uncino” ne ha coinvolto sette: Noto (Sr), Ferrara, Como, Salerno e Tricase (Le), oltre le citate. L'idea che ha animato l’iniziativa è che lo Sport, la Vela in particolare, possa rappresentare uno strumento di aggregazione e integrazione sociale. Tutto è stato fatto in casa, con chiodi, compensato marino e lana di vetro. Dai sette mini-cantieri sono state realizzate imbarcazioni costruite sulle esigenze di tutti e di tutte. Ogni gruppo ha vissuto un'esperienza basata sul lavoro in comune e sulla condivisione della cultura del mare in riferimento alle antiche regole della Filibusta (XVI-XVII secolo), come educazione a autorganizzazione, condivisione delle responsabilità e rispetto delle diverse abilità. Il progetto di cui sopra è stato coordinato da una cabina di regia nazionale, in collaborazione con la Lega Vela e i referenti locali dei Comitati Uisp coinvolti. Il programma è distribuito su due giorni. Ieri, dopo la messa in acqua, le barche sono state assistite da gommoni e scafi d’appoggio, lungo un percorso in flottiglia di circa 300 metri contrassegnato da due boe. I ragazzi, insieme ad Istruttori ed Insegnanti, si sono dati il cambio a bordo. Quest’oggi, si comincia alle 09.15 con una cerimonia pubblica presso la Sala del Teatro della Parrocchia di San Giuseppe, di fronte al mare. Ciascun equipaggio presenterà l’inno composto per l’occasione, il motto e il “jolly roger” ed illustrerà le fasi salienti dell’esperienza, sia per la parte della filibusta che per il laboratorio di costruzione. Nell’occasione, parteciperanno anche rappresentanti delle Istituzioni locali e nazionali.

 

 

 

 

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