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Potrebbe raccontarci quando venne a conoscenza per la prima volta dei dipinti? <<Acquistai l’appartamento nell’ottobre del 1971 e, dato che versava in condizioni particolari, decisi di dare il via a dei lavori di restauro che iniziarono il 15 dicembre del medesimo anno. Durante la rasatura di una parete, affiorarono dei colori particolari: un rosso, un giallo, un celeste e così via, in diverse tonalità. Dalla stessa emerse altresì un colore metallico (trattasi di una punta di spada) ed insistendo su quella porzione di muro, venne fuori una mano, un braccio, una spalla, una barba. Restai molto sorpreso da quella scoperta>>. Cosa dissero a riguardo gli esperti? <<Coinvolsi il giovane Giornalista Giovanni Maria Amicizia, lo Storico Antonio Maffei (dell’Associazione Archeologica Centumcellae) e riuscii a prendere contatti con il Restauratore Lorenzo Balduini. Successivamente vennero anche dalle Belle Arti (marzo del ’72) e da quel momento venni a conoscenza del fatto che quei dipinti potevano rappresentare delle repliche raffaellesche della Stanza della Signatura in Vaticano. Poi vennero tante altre persone: ancora un Giornalista della rivista di Panorama il cui Direttore voleva fare una pubblicazione per l’anno dedicato dall’Unesco al grande Raffaello; una Fondazione americana; perfino il Prof. Vittorio Sgarbi lanciò un appello pubblico a chè si recuperassero dette tempere. E da quel giorno, Tv locali e straniere, Rai ed Ansa dedicarono ampio margine alle pitture di Piazza Leandra>>. Se il Maestro visse tra il ‘400 ed il ‘500, queste opere come potevano essere presenti in un palazzo costruito dopo la seconda metà del ‘700? <<Gli esperti ipotizzano che nella ricostruzione del fabbricato, denominato Palazzo Manzi, avvenuta dopo la seconda metà del ‘700, furono inglobate delle vecchie strutture preesistenti, forse una torre o qualcosa di simile. Sempre i medesimi affermarono che proprio tra il ‘400 ed il ‘500 soggiornarono a Civitavecchia numerosi artisti, quali: Bramante, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello appunto, e molti altri ancora. Ipotesi che potrebbero dare buoni risultati>>. Come sono disposte le pitture e cosa rappresentano? <<Occupano quattro pareti per una superficie di oltre 110 metri quadri. Sono ricoperte sotto diverse scialbate e vari strati di calce. Esse, seppur opere da recuperare, sono in discreta conservazione. Ad oggi possiamo dire che sono di ottima fattura e di un grande manierista, di probabile attribuzione fine ‘400 primi ‘500, di Scuola Raffaellesca. Fino a quel momento erano conosciuti solamente nelle Stanze Vaticane. Rappresentano “la Messa di Bolsena”, “la Cacciata di Eliodoro dal Tempio”, “la Liberazione di San Pietro dal Carcere” e “l’incontro di Attila con Papa Leone Magno”>>.
Intervista esclusiva e foto di Sara Fresi
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