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"Essi vivono"; e noi?

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Emoticon Generation Essi Vivono Scena 1Nel film, la necessaria visione in bianco e nero di ciò che ci circonda

Sono trascorsi pochi giorni dalla nascita della nuova Rubrica "Emoticon Generation", che già la stessa ha suscitato vivo interesse in alcuni

dei nostri concittadini ed in alcune delle nostre concittadine. A tal riguardo, riceviamo e pubblichiamo la personale recensione, a firma di Chiara Cozzi, del film "Essi Vivono". <<Obbedisci, dormi, compra, consuma, guarda la televisione, non pensare, sottomettiti: sono solo alcuni dei messaggi che si celano dietro gli enormi cartelloni pubblicitari della Los Angeles del 1988, in cui John Carpenter  (“La nebbia”, “Fuga da New York”) dirige “Essi vivono” (“They live”), un grottesco fantascientifico che ha come tema principale il controllo globale delle menti da parte di strani esseri alieni. Siamo nell’epoca della crisi che ha colpito città come Detroit, da cui viene il protagonista John Nada (interpretato da Roddy Piper), che si guadagna da vivere come muratore e vive in una sorta di enorme campeggio, antistante una Chiesa, in cima ad una collina. I fatti strani cominciano subito a verificarsi: i residenti del campeggio hanno spesso mal di testa guardando la televisione, le cui trasmissioni sono spesso interrotte da predicatori che invitano ad aprire gli occhi sull’imminente fine del mondo ed a svegliarsi da un passivo torpore. Quando un giorno John vede che delle persone scaricano in fretta da una macchina parcheggiata di fronte alla Chiesa delle scatole per nasconderle nel retro, decide di andare a dare un’occhiata: intrufolandosi nel seminterrato scoprirà che i canti religiosi che provengono dalla medesima sono in realtà delle registrazioni, e soprattutto leggerà su una parete, a caratteri cubitali, la scritta “They live We sleep”; John viene quasi subito scoperto e cacciato, ma fa in tempo a rubare il contenuto di una delle scatole: un paio di occhiali neri. All’apparenza normali, una volta indossati gli stessi cambiano letteralmente la visione del mondo: non più a colori, ma in bianco e nero; ogni forma di comunicazione è distorta, con le scritte nero su bianco che campeggiano ovunque e danno ordini; inoltre, alcune persone non sono ciò che sembrano, ma degli strani alieni con le sembianze di scheletri. E non sono persone comuni, ma esponenti dell’alta società, ricchi oppure Giornalisti. John comincia dunque a capire che è il mondo che si cela dietro gli occhiali è la realtà, e che “They live We sleep” è un messaggio vero, e dunque decide di estirpare il problema alla radice: gli studi televisivi, lì dove nasce “l’Informazione”. La pellicola è, come detto, del maestro dell’horror , sempre avvezzo a far generare negli spettatori quel seme di inanità e di dubbio, ma anche di riflessione. Con questa pellicola, poi, egli ha raggiunto vette profetiche: dopo quasi trent’anni dalla sua realizzazione, ecco che i Social network ed i mezzi di Comunicazione fanno a gara a chi controlla e disinformano di più il cittadino medio. Oltre a suscitare spunti di riflessione, il film fa anche sorridere per alcune pecche forse inevitabili per l’epoca, ma che non contribuiscono in alcun modo a ledere il messaggio e l’immagine del suddetto. John Nada si trova spesso coinvolto in scontri corpo a corpo, ed i colpi che prende e riceve sono palesemente finti sia alla visione sia all’audio (il classico “Punch!” dei pugni finti, quasi ad avere fumettistiche influenze pop). Carpenter rivaluta inoltre il ruolo della Chiesa e dei predicatori: se infatti sono spesso visti come dediti ai complotti, in questo film sono coloro che rendono John consapevole di ciò che davvero accade nel mondo, attorno a noi, tutti i giorni e ininterrottamente; gli fanno aprire gli occhi su chi è davvero il vero nemico, l’artefice di una tenue ma non meno pericolosa lobotomizzazione, e lo convincono a combattere insieme contro di esso. È arrivato il tempo di armarsi come John Nada e convincersi che sono Loro che devono dormire, e Noi che dobbiamo vivere.>>

 

 

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