Intervista esclusiva ad Emanuela Dei, Presidentessa dell’Arcilesbica

VITERBO - Tre, due, uno...parte l’inchiesta! Il Consiglio Comunale di Civitavecchia, in data 8 maggio, ha approvato la Mozione riguardante l’Istituzione del Registro delle Coppie di Fatto. Ed anche se a livello statale non sussistono Leggi atte a garantirne nonché tutelarne i diritti, l’azione intrapresa <<vuole essere un primo passo per stimolare il Governo appunto a legiferare in tal senso>>.

Numerosi i Comuni che hanno adottato tale Registro; in Italia se ne contano oltre 120 ed anche a Viterbo c’è chi ne auspica pari ufficialità. Intervistata in esclusiva, altresì a tal riguardo, Emanuela Dei, Presidentessa dell’Associazione Arcilesbica che ci ha illustrato la situazione che vivono gli omosessuali in città ed in provincia, rispondendo con chiarezza alle domande preparate dalla nostra Redazione.

Cosa pensa dell’Istituzione del Registro delle Coppie di Fatto?

Esprimo pieno sostegno al suddetto, in quanto primo passo per andare incontro alle esigenze della popolazione omosessuale, anche se poi lo Stato dovrà promuovere delle Leggi in tal senso. Quanto detto, sebbene qui ci sia il pericolo che vi si iscriverebbe una parte minoritaria a causa del timore di ripercussioni personali, in famiglia, sul posto di lavoro. 

Da quanto tempo è presente l’Associazione da lei presieduta? 

L’Associazione è attiva dall’ottobre 2010 e, grazie a questa nuova realtà nel panorama viterbese e provinciale, ho avuto modo di osservare in prima persona le problematiche che colpiscono le ragazze. L’anno scorso, come Arcilesbica, eravamo presenti al Pride a Roma.

Ha incontrato particolari difficoltà nel corso della Sua attività?

No, non ne ho incontrate. E tantomeno le ripercussioni di cui parlavamo. Spesso le persone mi guardano male, ma nessuno si è mai rivolto in modo discriminatorio nei miei confronti.

Quale è stata la reazione della popolazione Viterbese?

Il problema è l’indifferenza, le cose vengono fatte cadere nel vuoto. Sia a Viterbo che in provincia sono presenti numerosi omosessuali ma preferiscono passare in anonimato piuttosto che confrontarsi. 

Come vivono la sessualità gli omosessuali a Viterbo e provincia?

Gay e lesbiche viterbesi, in larga parte, vanno a Roma per costruirsi la vita privata. La Capitale si presenta come un calderone che raccoglie persone “non romane” che fanno da pendolari tra i loro partner e la città dove vivono e lavorano.

Cosa pensa dell’adozione da parte di persone omosessuali?

Sono favorevole alle adozioni da parte di gay e lesbiche, l’importante è che il figlio sia amato e tutelato. Nei plessi scolastici gli Insegnanti dovrebbero essere preparati per accogliere e promuovere la diversità. 

Prima di salutarci, la Dei ci dona una profonda riflessione: <<E’ importante lavorare sui giovani; hanno maggiore apertura mentale, cercano punti di riferimento, hanno voglia di imparare e sono più forti. Loro non si nascondono come tante persone appartenenti alla mia generazione che hanno avuto maggior conflitti personali. Oggigiorno le ragazze hanno una gamma diversificata di modelli di riferimento, validi e vincenti, nell’ambito di Cinema, Teatro e tanto altro. Purtroppo, spesso sono le famiglie che non comprendono la differenza sessuale dei loro figli, tanto che ho incontrato casi di ragazze maltrattate o cacciate di casa. Fondamentale è far fronte a queste situazioni con il sostegno psicologico. Il problema è l’emarginazione, perdere gli affetti delle persone care e deludere le aspettative dei genitori. La gran parte dei gay e delle lesbiche non si dichiara sui posti di lavoro per evitare difficoltà e scherno>>.