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Università Agraria: “La Regione faccia chiarezza sulla raccolta”TARQUINIA - Dalla locale Università Agraria riceviamo e pubblichiamo: “È dal 2007 che abbiamo fatto una scelta chiara: difendere il proprio patrimonio e le sue vocazioni naturali riservandolo ai legittimi proprietari ovvero i cittadini di Tarquinia, anche e soprattutto in tema di raccolta di funghi e tartufi. Terreni recintati e tabellati, controllati nelle modalità di utilizzo grazie all’istituzione di aree riservate nel rispetto delle normative esistenti: ad oggi nessun ricorso giudiziale ha dato mai torto all’Ente. Oggi la Regione Lazio, per mezzo dei suoi Uffici, ci invita a tornare indietro. Solita storia all’italiana: è bastata una lettera di raccoglitori delle zone e delle Regioni limitrofe per rimettere tutto in discussione. La nostra risposta sarà: nessun passo indietro. Siamo pronti a resistere in ogni sede. Siamo certi delle nostre ragioni e le abbiamo rappresentate per iscritto ai vertici regionali. Intanto, il solo sentore che qualcosa potesse cambiare ha fatto tornare i soliti predoni, che calano dalle Regioni vicine e in disprezzo dell’Ambiente e delle norme di Legge distruggono e pregiudicano la raccolta dei suddetti. Invece di utilizzare correttamente il cane per la raccolta del singolo frutto maturo, usano zappa e rastrello raccogliendo anche i tartufi non maturi mettendo a rischio la micorizzazione e la riproduzione, creando enormi buche (vedi foto). Si riapre la strada a chi fa lucro su questi frutti della terra. Spesso quanto raccolto, proprio perché non maturo finisce sulle tavole anche contraffatto e sofisticato rendendo peggiore ciò che mangiamo, spacciato per altri ben più pregiati tartufi alla faccia della sicurezza alimentare, peraltro proprio nell’anno dell’Expo di Milano. Oggi che tutto è rimesso in discussione sarà sempre più difficile soprattutto per chi è chiamato a controllare. Eppure basterebbe poco per fare chiarezza”. Ciò, altresì invitando la Pisana stessa a prender spunto da Leggi come quelle di altre Regioni come Umbria, Puglia e Calabria. “Non ci resta che la sensibilità dei vertici regionali od una battaglia legale fatta di principi nell’interesse della nostra collettività”. Foto gentilmente concessa
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