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"Ritornare ad avere prospettive"

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Tarquinia-25 aprile-1Il Sindaco incita ad un maggior impegno sociale e politico

TARQUINIA - <<Noi tutti abbiamo il desiderio di ritornare a guardare il futuro con ottimismo e, soprattutto, ad avere delle prospettive. Occorre allora estirpare il marcio e far ritrovare ai partiti lo slancio ideale, la tensione morale, la capacità nuova di proposta e di governo, così come avvenne negli anni successivi al 1945». Questo il messaggio d’impegno sociale e politico che il Sindaco Mauro Mazzola ha lanciato per la Festa della Liberazione, celebratasi presso il Monumento ai Caduti (in Viale Luigi Dasti), alla presenza di Autorità civili, militari e religiose, forze politiche, Associazioni combattentistiche e d’Arma, di volontariato e a molti altri cittadini. Il programma della giornata ha visto la deposizione di una corona al busto di Domenico Emanuelli,

con il discorso tenuto dal Consigliere Comunale Marco Gentili, ed il Corteo per le vie del Centro storico. Il Primo cittadino ha altresì rivolto un pensiero alle vittime e ai feriti della Maratona di Boston ed ha poi affermato che «il 25 aprile del 1945 fu un giorno indimenticabile, perché rappresentò un momento eroico e decisivo per la storia dell’Italia: la fine dell’oppressione nazifascista e la nascita di uno Stato democratico che trova la sua più elevata espressione nella Costituzione Repubblicana». Ha quindi sottolineato come più quella data si allontani nel tempo, più ci sia «bisogno di non dimenticare gli orrori della dittatura e di ricordare le decine di migliaia di persone che, credendo nella libertà e nella democrazia, sacrificarono la loro vita per donarci le medesime». Infine, un richiamo all’attualità: «Dinanzi alla crisi economica, sociale e culturale che investe il Paese, la Festa della Liberazione deve rappresentare un’occasione di riflessione per attingere alla lezione di Unità nazionale ed ai valori etici e morali della Resistenza; perché oggi vediamo crescere la polemica e la rabbia verso le Istituzioni e l’intolleranza verso i partiti, bersaglio di una critica aspra e feroce, sebbene la loro esistenza sia fondamentale, e di alcuni personaggi che portano una campagna di distruzione. Un pericolo - ha concluso - che si chiama qualunquismo e sfocia nell’antipolitica o nel populismo».

 

 

 

 

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