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“Il Cura Italia non aiuta lo Sport”

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Il Trittico chiede un intervento alla Regione, al Sindaco ed al Consiglio Comunale di Civitavecchia

CIVITAVECCHIA - Associazione socio-culturale Il Trittico: <<Il Decreto attuativo del Cura Italia emanato il 6 aprile scorso non rappresenta il provvedimento che risolve i problemi causati al mondo dello Sport dal coronavirus:

per la sua evidente insufficienza non rende possibile la ripartenza delle attività sportive. Sembra ignorare proprio l’oggetto del provvedimento: le Società, che sul piano organizzativo ne rendono possibile la pratica, l’estrema diffusione di questa attività in ogni ambito della vita umana, il significato che lo Sport è andato progressivamente assumendo in virtù dei suoi specifici elementi ludici ed agonistici, per l’intenso sforzo fisico che sollecita e per il profondo significato sociale ed anzi popolare che riveste. Quest’ultimo aspetto è peraltro assai presente nello specifico di Civitavecchia, Città dalle grandi tradizioni sportive. Due soli gli articoli del Decreto che riguardano il mondo dello Sport (artt. 95 e 96) entrambi molto distanti dalle grosse problematiche che hanno investito il settore. Nel primo, lo Stato accorda in sostanza alle Società sportive locatarie di strutture pubbliche (alle quali ha ordinato di fermare l’attività) una sospensione del pagamento del canone, che dovrà però versare per intero nel mese di giugno senza interessi, che invece compariranno qualora si ricorra alla rateizzazione in cinque mesi dell’importo dovuto. Quindi uno stop alle entrate, che chissà come e quando riappariranno, ma non ai pagamenti. Nulla, addirittura, contempla per le Società affittuarie di Impianti privati. Un provvedimento, ci spiace dirlo, estremamente lacunoso, che non guarda a ciò che realmente è avvenuto. Dobbiamo infatti mettere nel conto delle passività  di ciascun Presidente di Società - nel caso se la senta di ripartire - oltre ai mancati incassi, il dover apprestare una serie di misure di autotutela, quali la disinfestazione periodica dei locali, la fornitura agli utenti di prodotti di sanificazione, la limitazione dell’uso di bagni turchi, saune, ecc, l’apprestamento di misure atte a garantire la prescritta distanza, che si tradurranno inevitabilmente  in una diminuzione del numero di iscritti e di entrate. Non bisogna dimenticare poi che i maggiori proventi di ogni Associazione sportiva sono legati a Sponsor e/o Aziende che in questo momento hanno bloccato ogni tipo di pagamento. In poche parole si è in presenza di un Decreto che invece di curare è suscettibile di dare il colpo di grazia a tante piccole e sin qui valide attività sportive. Per cui si auspica che di tale inadeguatezza si faccia interprete la Regione e soprattutto il Sindaco e tutto il Consiglio Comunale. Poco giova al contesto sportivo l’avere previsto nel secondo articolo la corresponsione, non solo  estremamente opportuna, ma sacrosanta, ai collaboratori sportivi di una indennità di 600 euro relativa al mese di marzo, il cui incasso è peraltro sottoposto ad una procedura informatizzata non precisamente semplice>>.

 

 

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