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Si narra che, non appena morto il Conte, il cielo divenne improvvisamente sereno. Presto fu celebrato il funerale a cui il popolo prese parte in massa e, con meraviglia generale dei presenti, fu constatato che non vi era più nessuna traccia della malattia. Il corpo senz’anima venne posto in un sepolcro provvisorio. Trascorsi quattro giorni, accadde ancora un qualcosa di insolito: quando fu aperto il sepolcro per trasportare il defunto in un altro migliore, un soave odore si sparse nell’aria con stupore dei presenti che non riuscirono a spiegare tale misterioso evento. Successivamente, quando il Pontefice era in adunanza pubblica, si presentarono al suo cospetto gli operai che avevano costruito lo stesso sepolcro di Teofanio. Il Papa interrogò loro per avere maggiori delucidazioni riguardo quegli strani eventi in relazione e ne ebbe conferma, con descrizioni minuziose e particolareggiate. Questi era solito raccogliere varie testimonianze di fatti direttamente dai testimoni che in prima persona erano in grado di descrivere, anche nei dettagli, quanto accadeva. Stessa cosa per le tradizioni popolari, cosicché se ne poteva servire come esempi durante le predicazioni. Tra queste testimonianze, una pone in primo piano le Terme Taurine, in particolare una Chiesa dedicata a San Giovanni dove era presente un prete della Diocesi centocellense. Tradizione popolare afferma che “uno sconosciuto gli desse assistenza ogni volta che egli scendeva nelle acque calde a bagnarsi; sconosciuto che alfine, rifiutando il pane che il preposto gli offriva, si manifestò per uno spirito bisognoso di suffragi”. La Diocesi stessa aveva un espansione territoriale tale che comprendeva: a settentrione le dette Terme, con appositi uffici ecclesiastici; ai lati, fino al mare, era confinante con quella di Tarquinia e dall’altra parte con Cere o Selva Candida. Su alcuni documenti pontifici è menzionato il potere ecclesiastico, e sottolineata la grande influenza che aveva già acquisito allora negli affari civili e, di conseguenza, come il popolo ne fosse succube o vi confidasse. Merito fu delle Leggi Imperiali che aprirono un varco alla Chiesa, altresì per quanto riguardava le questioni attinenti le pubbliche amministrazioni, chiamando i Vescovi in prima linea ad opera di vigilanza e tutela.
Alcune informazioni sono state tratte dall’opera di Carlo Calisse “Storia di Civitavecchia”, Vol. I, Atesa Editrice, Bologna 1983, Cap.V, pp.51-52, Parte I. Foto: fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Antonello_da_Messina_010.jpg
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