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"L'allume per la difesa della Religione"

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Storicamente Crociate Bis Cartina 1In questa puntata di Storicamente, siamo in compagnia di Giovanni di Castro, per ricostruire la storia della scoperta dell'allume nel vicino entroterra, i suoi usi, i guadagni derivanti, gli sviluppi industriali, l'Appaltatore delle Sante Crociate, i Cavalieri dell'Ordine di San Pietro,

l'epoca d'oro nel periodo dell’Appaltatore senese Agostino Chigi. Infine, verranno illustrati i motivi relativi all'appellativo "Allumiere delle Sante Crociate." 

Quando furono scoperti i vicini giacimenti d'allume?

 <<Io stesso scoprii le "miniere di ricchissimo guadagno per la guerra contro i Turchi, cioè dire le sette montagne dell'allume, discoperte in quest'anno 1462 nella provincia di Civitavecchia".>>

Come nacque la passione per la mineralogia?

 <<Sin da giovane mi diedi "agli studi delle cose naturali ed al viaggiare", trascorsi molto tempo in Germania, strinsi una bella amicizia con il celebre Enea Silvio Piccolomini, fino a "metter casa di commercio in Costantinopoli, ove tingevo pannilani fabbricati in Italia, con ricchissimo guadagno." Devi sapere che usavo "per mordente delle tinture l'allume orientale, di che essendo ingegnosissimo ed attento osservatore, avevo studiato la natura, le proprietà, le miniere, ed ogni altra cosa a quello appartenente.>>

Per quale motivo, da Costantinopoli, Lei arrivò ad Allumiere? 

<<Quando i Turchi espugnarono Costantinopoli, perdetti ogni mio avere, e contento di campar la vita, tornai "alla patria, niun altro tesoro portando seco se non delle sue congnizioni. Poco dopo fu eletto pontefice il mio amico Enea Silvio. Venni a Roma ed ottenni da lui stesso l'incarico di Commissario della Camera Apostolica nella provincia del Patrimonio, cioè della marittima Tuscia romana.">> 

Come si presentava il territorio? 

<<Da Civitavecchia andando a greco verso la deliziosa terra della Tolfa, già feudo dei Frangipani, celebrata pe' suoi vini dal Redi e dal Chiabrera, e sovente ricordata nelle lettere e nei versi di Annibal Caro, il terreno sempre monta, prima di poggi e colline che tutta intorno cingono la nostra città, e poi nei gioghi della diramazione subappennina: quivi è rigorosa vegetazione, opache selve di antiche querce sul dorso dei monti, e tra le valli acque irrigue e pingui praterie; oltracciò in più luoghi ricche vene di lucidi alabastri, e di gesso tenace, qua e là seleniti bellissime vermiglie e perline, cristallo di monte, filoni di ferro, e di più preziosi metalli. Attorno a quei luoghi, che possono a ragione esser chiamati Museo nativo di storia naturale, per ufficio e per genio mi aggiravo chiedendo notizie ai pratici, e cercando erbe, zolle, e pietre, quando mi abbattei nell'agrifoglio (Ilex aquifolium) spontaneo e vegeto sulle frane dei fossi. Con grande meraviglia, riconobbi l'arboscello, e rammentai che desso era pure in Asia presso le miniere: trovai pietre biancastre e gialliccie, di aspetto minerale; morsi, sentii il salso, calcina, macera, passa la rannata, e ne cavai l'allume bianchissimo e cristallizzato.>>

Il ritrovamento di detti giacimenti fu il motivo per cui l'area prese il nome d'Allumiere? 

<<Ebbene sì. Il primo monte donde trassi l'allume fu poi chiamato l'Allumiera superiore, ed ivi surse un paesello di poche e piccole case, che sino al presente ricordano il nome della donna, dicendosi la Bianca; e le prime lavorazioni furono fatte in Civitavecchia, rimpetto al sito ove ora è il palazzo Municipale, nelle case dei Bonifazi, cioè degli ascendenti di quel ser Marcantoni notajo, il cui strumento ho pubblicato nel libro primo.>>

Dopo questo importante ritrovamento, cosa accadde? 

<<Scrissi una lettera indirizzata al Pontefice Pio II con testuali parole. "Oggi beatissimo Padre, io vi do la vittoria dei Turchi: oggi, per opera mia, voi spogliate il nemico, ed arricchite il vostro tesoro. I Turchi hanno tolto infin a ora dalla cristianità sopra trecento mila fiorini d'oro per anno, prezzo dell'allume necessario alla tintura delle lane, che tra noi non se ne trova se non poco nell'isola di Ischia, e nell'antro di Vulcano tra le Eolie, miniere ambedue già sfruttate dai Romani. Ora io ho discoperto nello Stato vostro sette montagne, tanto piene di questa preziosa sostanza, che possono bastare a tingere sette mondi. Se voi volete chiamare gli artefici e aprir le vene, venderete l'allume a tutta l'Europa, e toglierete ai nemici il guadagno, che per voi sarà doppio beneficio. Voi avete da presso tutto quel che occorre, legna per le fornaci, acqua per la macerazione, ed il porto di Civitavecchia per ismaltire i prodotti. La pecunia, nervo di guerra, sgorgherà dalle vostre miniere, e farà prosperoso altrettanto l'erario vostro, quanto più quello del nemico dovrà restarsi sottile.">>

Come poteva essere così certo che questi giacimenti fossero superiori a quelli orientali?

 <<L'allume romano vinse ogni altro, e fu dovunque richiesto, come superiore all'orientale. Nel primo anno la Camera toccò di pretto guadagno 95 mila fiorini d'oro, ciò era quasi due milioni delle lire moderne; e fu poi per giuramento di tutti i cardinali in conclave decretato che le rendite della stessa miniera si avessero a spendere da quindi innanzi interamente per la riscossa della Grecia, per la difesa della Italia, e per la continuazione della guerra contro i Turchi.>>

Se le Crociate erano giù concluse da decenni, da cosa deriva l'appellativo "Allumiere delle Sante Crociate"?  

<<Tanto Papa Pio II che i successori ne stabilirono il ricavato in difesa della religione contro gli ottomani; laonde l'appaltatore chiamavasi "Appaltatore della Santa Crociata"; e Leone X, per la retta amministrazione delle rendite, instituì un ordine di quattrocent'uno uomini detti i "Cavalieri o Soldati di S. Pietro".>>  

Quale fu il futuro delle miniere? 

<<"Si diè principio alla fabbrica dell'allume, che produsse ottimi risultati nell'effetto della tintura, acquistando in breve tempo un credito superiore a tutti gli allumi, onde nel 1° anno 1462 produsse un utile di 90.000 scudi d'oro. Grato Pio II nei miei confronti, anche per l'aiuto grande che riceveva nella difesa del Cristianesimo contro l'incremento della formidabile potenza ottomana, pegl'immensi vantaggi recati allo stato, dispensò non solo di ricorrere agli stranieri, ma di fornire le altre nazioni, attesa l'ottima qualità e purezza preferibile alle altre conosciute, lo colmò di onori e compensi, lo pose a parte del lucro", e mi gratificò ulteriormente facendo erigere una statua nella mia patria natia coll'iscrizione "Joanni de Castro Aluminis inventori". Inoltre, il Papa ordinò "regolari metodi di escavazione e fondò un edificio per la fabbrica del minerale, per cui crebbe il prodotto a 100.000 scudi d'oro annui, onde nel successivo conclave, come in altri, con giuramento i cardinali destinarono tale rendita per difendere il cristianesimo dalla baldanza ottomana e per reprimere le conquiste, secondo l'intendimento di Pio II. Infatti l'eletto Paolo II deputò 3 cardinali ad amministrarne le rendite, per impiegarle al giurato uso; ma siccome i baroni della Tolfa sostenevano colle armi le loro pretensioni sulle miniere, il Papa per 17.000 scudi d'oro acquistò il loro feudo e ragioni. Sisto IV vi si recò per osservarne le diverse lavorazioni, e Leone X nel 1517 affidò la cura delle miniere a' chierici di camera, ed a' Cavalieri e soldati dell'Ordine di S. Pietro, indi l'appalto al celebre banchiere senese Agostino Chigi, con l'obbligo di somministrare per decima 1.200 cantara di allume, ed il quale ci ricavò molte ricchezze; poichè il genio d'Agostino ne migliorò lo smercio, aprì nuove cave, regolò le lavorazioni ed eresse altro edifizio.">>

Intervista esclusiva

Fonti: 

"Storia della Marina Pontificia nel Medio Evo dal 728 al 1499" per il P. Alberto Guglielmotti dell'Ordine dei Predicatori, teologo casanatense; Vol. II; Firenze; Successori Le Monnier; 1871; pagg. 334 - 338

Di questo ne parla anche Jacobus Ammanti nel suo "Cardinalis Papiensis", Commenti, Lib. II. Francoforte, fol. 1614, pag. 371 

"Dizionario di erudizione Storico - Ecclesiastica. Da S. Pietro sino ai nostri giorni"; compilazione del Cav. Gaetano Moroni Romano, Primo Aiutante di Camera di Sua Santità Gregorio XVI; Vol. XIV; Venezia, Tipografia Emiliana; 1842; pag. 9

"Dizionario di erudizione Storico - Ecclesiastica. Da S. Pietro sino ai nostri giorni"; compilazione del Cav. Gaetano Moroni Romano, Primo Aiutante di Camera di Sua Santità Gregorio XVI; Vol. LVIII; Venezia, Tipografia Emiliana; 1852; pag. 131

Parte 2 - Fine

Nella foto una piantina del 1696

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