banner
banner

Developed in conjunction with Ext-Joom.com

storicamente

Traduttore

Non solo Spread

Newsletter

Contatore

Visite agli articoli
14712796

Il Conte Rainero di Galeria

PDF Stampa Email

Storicamente-Monastero di Farfa-2Un personaggio storico della nostra città che vogliamo ricordare è il Conte Rainero di Galeria, padre del Conte Sassone, proveniente dalle terre a nord di Roma, Signore di Centumcellae nell’XI secolo. Tale figura è legata alla cessione, più volte verificatasi, di alcuni luoghi da far confluire tra i possedimenti della badia farfense. Un primo caso risale attorno al 1066, quando lo stesso Rainero, in accordo con la moglie Stefania,

donò al Monastero di Farfa una Chiesa, con ogni sua appartenenza, facente parte del patrimonio di Centumcellae. Era la Chiesa di San Lorenzo in Erifiume, presso Santa Severa che, sin dai tempi remoti, faceva parte dei possedimenti monastici. Vi è un documento che attesta tale cessione con la seguente formula “Idest aecclesiam unam in integrum cum omni sua dote et pertinentia de intus et de foris, et cum introitu et exitu suo, pomis et arboribus suis, et omnibus infra se vel supra se habentibus, vineis et terris generaliter et in integrum ad ea pertinentibus, positam in Comitatu Centumcellensi, iuxta mare magno, in loco qui vocatur Herflumen qui vulgo dicitur Gerflumen. Ipsam ecclesia quae   vocatur S.Laurentii in territorio, quod vocatur Carcari, cum finibus suis et vines tersi, pascuis”. Con questo atto il Conte suddetto si dichiara del Comitato di Civitacastellana e, proprio da tale sito provengono gli intervenuti che figurano all’interno del documento: un testimone è di Faleri ed il notaio proviene dal Monastero posto sul monte Soratte. La medesima Civitacastellana diventerà il luogo che accompagnerà gli ultimi momenti di vita del Conte (1072). Negli anni della sua infermità venne a trovarlo Berardo, l’abate di Farfa, che lo esortò a fare giustizia nel Monastero. Rainero accolse la richiesta e tra le sue ultime volontà troviamo la cessione di “metà di Centumcellae, e a Sassone suo figlio, in presenza di molti testimoni, fece comando che tale sua disposizione sollecitamente eseguisse”.  Nel medesimo anno, durante il mese di luglio, Sassone, rispettando le volontà del padre, cedette al detto Monastero “di quella che si disse metà Centumcellae, riservandone soltanto una chiesa detta di S. Lustro, che suo padre, il Conte Rainero, aveva già concesso al monastero di S. Angelo in Ripa”. L’atto scritto in forma pubblica acquisì piena legalità ed efficacia: in esso vi era una chiara dichiarazione dei motivi che ne portarono alla redazione; al momento della scrittura del suddetto erano presenti dei testimoni da ambo le parti ed il notaio (figura fondamentale per la redazione di taluni accordi scritti, già in epoca medievale). Nell’occasione, furono esplicate le clausole penali dove, in caso di non rispetto delle stesse, venivano invocati i “divini castighi” rivolti a coloro che appunto non adempivano a quanto scritto.

 

Alcune informazioni sono state tratte dall’opera di Carlo Calisse “Storia di Civitavecchia”, Vol. I, Atesa Editrice, Bologna 1983, Cap.II, pp.88, Parte II.

Foto: fonte http://www.studisabini.org/HTML/Studi/studi_sabini_abbazia_farfa.htm  

© Riproduzione Riservata 

 

 

Questo sito utilizza cookie per le sue funzionalità; scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie LEGGI INFORMATIVA PRIVACY.

Accetto i cookie da questo sito.

EU Cookie Directive Module Information