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C’erano un tempo delle famiglie baronali che spesso erano in lite, ed altre volte invece in accordo, con coloro che gestivano alcuni monasteri, e principalmente quello di Farfa, poiché esse avevano beni e diritti qui a Centumcellae. Protagonisti di queste vicende non erano quelle potenti locali ma le provenienti dai vicini territori, come ad esempio dalla Sabina, terra di quei Conti che dal X secolo mostrarono interesse e mire per la cittadina marinara. Viene messo in luce, in particolare, il caso di una nobile famiglia romana, del ramo dei Crescenzi, che avevano ottenuto dai Pontefici delle concessioni nella stessa Sabina. Si narra, infatti, che Papa Giovanni XIII, appartenente alla dinastia suddetta, ebbe come nipote Benedetto che nel 965 nominò Conte e Rettore ed al quale fece sposare, attraverso un matrimonio dinastico, Teodoranda ( figlia di Crescenzio de Caballo marmoreo ). Il Conte Benedetto, con grande abilità e furbizia, nonché con la forza, riuscì ad estendere i suoi possedimenti lungo il tratto costiero, a levante della citata Centumcellae, fino a Cere dove si stabilì nel Castello per assicurarsi un miglior controllo del territorio. Intanto a Roma le condizioni erano peggiorate, si crearono dei disordini che sfociarono in violente lotte intestine tra Papato e Comune. A questo caos fu posto fine nel 998 con l’arrivo dell’Imperatore Ottone III che diede appoggio alla fazione popolare e che, una volta dentro le mura, mandò al supplizio Crescenzio. Il rilascio di quest’ultimo fu attuato grazie all’intervento del Conte stesso il quale, costretto dalle circostanze, scese a patti col nemico. E fu così che il medesimo Ottone III diede mandato di liberarlo in cambio della restituzione di Cere.
Alcune informazioni sono state tratte dall’opera di Carlo Calisse “Storia di Civitavecchia”, Vol. I, Atesa Editrice, Bologna 1983, Cap.II, pp.87, ParteII. Foto: fonte http://it.wikipedia.org/wiki/Crescenzi © Riproduzione Riservata |
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