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in merito ad un “armata di Infedeli” diretta verso la Sardegna era stata “dispersa in mare grazie all’intervento della Provvidenza” ( citazione, ndr ). Qui non si fa cenno alcuno al detto assalto Saraceno, avvenuto poco tempo prima ma sempre nel medesimo anno. Vi sono testimonianze giunte a noi riguardo il pesante attacco dell’828, al tempo del Pontificato di Gregorio IV ed altri ancora che testimoniano le ripetute devastazioni subìte. Nonostante ciò vi è un dato che sembra far convergere l’opinione di molti ricercatori: la mancata presenza stabile degli invasori sul nostro territorio. I temibili Saraceni non posero una loro colonia e neanche un presidio stabile qui a Centocelle. Erano soliti ritornare ripetutamente devastando a più riprese questo luogo, saccheggiando ripetutamente e provocando violenze di vario genere sulla popolazione. I superstiti paragonavano i medesimi ad “immense invasioni di cavallette, che spinte dai venti e dalle onde si gettavano, ad ogni tempesta, contro la terra, distruggitrici ed irreparabili”.
Alcune informazioni sono state tratte dall’opera di Carlo Calisse “Storia di Civitavecchia”, Vol. I, Atesa Editrice, Bologna 1983, Cap.VI, pp.63-64 , Parte I Foto: fonte http://www.italipes.com/schedadidattica20.htm
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