Film frutto di un’attenta rilettura del romanzo di Rudyard Kipling
Paesaggi esotici e natura incontaminata ne "Il Libro della Giungla". Film uscito nel 2016, diretto da Jon Favreau e prodotto dalla Walt Disney Pictures. La storia avventurosa di un
bimbo orfano, allevato da un branco di lupi, che impara le "Leggi della Natura", in un percorso di crescita emotiva in un habitat, appunto quello della giungla, che per lui diventa una vera e propria scuola di sopravvivenza.
Dal romanzo al film
Un film colmo di emozioni e piccoli colpi di scena adatto ad un pubblico giovane ed adulto. Un'attenta rilettura dell'omonimo romanzo del 1894, scritto dal britannico Rudyard Kipling, il quale visse la sua infanzia proprio in India, a Bombay, delle cui cultura e tradizioni attinse l’ispirazione per la realizzazione di detto romanzo. Opera che vede come protagonista il piccolo Mowgli, un cucciolo d'uomo allevato, in particolare, dalla lupa Raksha e guidato, a volte anche rimproverato, dalla saggia Pantera Bagheera. La pace nella foresta viene interrotta dall'arrivo della temibile tigre del Bengala, Shere Khan, che vuole ucciderlo. Mowgli è in pericolo ed è costretto, nonostante la sua giovane età, ad affrontare numerose sfide. Ma la sua predisposizione interiore alla pace ed al rispetto della natura e dei suoi abitanti, lo porta a stringere ulteriori amicizie. Tra queste ultime, emerge il rapporto di fiducia con l'orso Baloo che, con fare bonario, lo induce a trasgredire alcune delle "leggi della natura", per la ricerca del cibo. Il giovane entra in contatto con il villaggio degli uomini ed il temibile fuoco, quel "fiore rosso" a cui la vita si piega. Sconfigge la temibile tigre in un duro scontro nel quale per "la prima volta un uomo senza popolo riuscì a riunire il popolo della giungla".
Elementi religiosi e culturali
Un elemento che emerge più volte durante la storia è il rispetto reverenziale di "tutti gli animali" per gli elefanti, i quali hanno il merito di aver creato la Giungla. Una riflessione va al culto induista, diffuso in India, per Ganesha, una divinità con la testa di elefante, una sola zanna, quattro braccia e servito da un topo. Il significato letterario è "Signore del gana", o meglio "Signore di tutti gli esseri"; è una divinità apprezzata in quanto è colui che favorisce il buon auspicio, prosperità e fortuna |