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"Il popolo più discriminato d'Europa"

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Rom e Sinti Dijana Pavlovic 1Lanciato l'appello perchè si riconosca a Rom e Sinti lo status di minoranza

CIVITAVECCHIA - Lanciata inoltre nella nostra città, venerdì mattina ad opera dell’Associazione politico-culturale “Spartaco” ed alla preziosa presenza di Dijana Pavlovic, la proposta di Legge di iniziativa popolare "Norme per la tutela e le Pari opportunità della

minoranza storico-linguistica dei Rom e dei Sinti". <<La stessa, presentata da 14 cittadini italiani in rappresentanza di 47 Associazioni il 15 maggio 2014 presso la Corte di Cassazione, vuole realizzare gli articoli 3 e 6 della Costituzione che prevedono la pari dignità sociale e l’eguaglianza davanti alla Legge, senza distinzione di sesso, etnia, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali; la tutela di tutte le minoranze storico-linguistiche con apposite norme; contrastare discriminazione e pregiudizio nei confronti dei suddetti, che sono causa della scarsa integrazione nella società e soprattutto della marginalizzazione sociale ed economica anche per il loro mancato riconoscimento istituzionale come minoranza. Rom e Sinti sono la più grande minoranza europea ( oltre 12 milioni distribuiti in tutti i Paesi ); non hanno una terra di riferimento ( neppure l’India delle lontane origini ); non hanno, come altre minoranze, rivendicazioni territoriali, quindi non hanno mai fatto guerre per rivendicare una patria, non hanno sedi di rappresentanza, sono cittadini del luogo nel quale vivono. Rappresentano dunque il perfetto popolo europeo, ma ciononostante sono il popolo più discriminato d’Europa. In Italia, sin dal 1400, Rom e Sinti sono la minoranza storico-linguistica più svantaggiata e più stigmatizzata nonostante gli obblighi internazionali e comunitari dell’Italia e gli interventi di numerose Organizzazioni internazionali, tra cui il Consiglio d’Europa, l’Osce e l’Unione europea. In Italia, Rom e Sinti sono circa 150.000, oltre metà cittadini italiani, ma ciononostante continuiamo ad essere considerati fondamentalmente come “estranei” e “nomadi”. Il “nomadismo” moderno è piuttosto rappresentato dall’essere ancora un popolo che vive ai “confini”, non solo fisici, nel tentativo di costruire dei rapporti di pacifica convivenza e di mantenimento della propria identità, che consiste anche in una concezione di vita, che si può altresì definire uno stato dell’anima, un modo di vedere il mondo, lo spazio ed il tempo che non si possono omologare. Anche per questa “irriducibilità” all’omologazione, le Amministrazioni pubbliche non hanno mai fatto una politica che non fosse quella del contenimento e della marginalizzazione, delegandone la gestione al privato sociale. Eppure la partecipazione di Rom e Sinti alla vita collettiva con il proprio contributo umano e culturale è fondamentale per superare l’esclusione, la marginalizzazione di un popolo che ha attraversato secoli di discriminazione fino allo sterminio razziale e che non deve rimanere confinato nei ghetti fisici e spirituali, nei quali troppo spesso viene relegato destinandolo all’assistenza e non alla propria responsabilità.>>

Il disegno di Legge in oggetto si articola nei seguenti punti:

1. la specifica tutela del patrimonio linguistico-culturale della minoranza Rom e Sinta, con istituti analoghi a quelli previsti dalla legge n. 482/1999 per tutte le altre minoranze ( diritto allo studio e all’insegnamento della lingua, diffusione della cultura e delle tradizioni storico-letterarie e musicali );

2. l’incentivo e la tutela delle associazioni composte da Rom e Sinti, conforme alla libertà di associazione prevista dall’articolo 18 della Costituzione per favorire la partecipazione attiva e propositiva alla vita sociale, culturale e politica del Paese;

3. il diritto di vivere nella condizione liberamente scelta di sedentarietà o di itineranza, di abitare in alloggi secondo una pluralità di scelte secondo le norme della Convenzione-quadro per la tutela delle minoranze nazionali di Strasburgo dell’1 febbraio 1995, le raccomandazioni del Consiglio d’Europa, dell’Ocse e della Commissione europea e la Strategia nazionale d'inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Caminanti;

4. norme che sanzionino le discriminazioni fondate sull'appartenenza ad una minoranza linguistica in attuazione del principio costituzionale di eguaglianza senza distinzione di lingua e di etnia. Chi condivide questo appello condivide la convinzione che il riconoscimento della minoranza Rom e Sinta, della sua storia, della sua cultura, insomma della sua identità consente di accogliere Rom e Sinti nella comunità più generale insieme con tutte le altre identità che costituiscono il nostro patrimonio nazionale.

Nella foto di Sara Fresi: uno scambio di vedute tra la Pavlovic e Pascale in Aula Cutuli

 

 

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