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Psi: <<E’l’ora di una nuova mobilitazione intesa a qualificare la realtà di oggi>>CIVITAVECCHIA - Dal Consiglio Direttivo locale del Psi, riceviamo e pubblichiamo: <<Festa del Lavoro è da tempo, in ogni angolo del globo, sinonimo di 1° maggio. Dal 1° maggio 1886, che rievoca i tumulti di Chicago, al 1° maggio 2015, che coincide con l’apertura dell’Expo di Milano, si dispiega una parte molto significativa della storia del movimento operaio e socialista che si compone di un ininterrotto susseguirsi di avvenimenti di capitale importanza. Avvenimenti nei quali una massa anonima di proletari, una forza lavoro a disposizione delle Imprese capitalistiche in prorompente fase di sviluppo, relegata in condizioni di vita e di lavoro miserabili, affina la propria rete organizzativa e forte di un crescente spirito di solidarietà che non conosce frontiere, ingaggia le sue epiche lotte contro il padronato. Ovunque sorgano attività d’Impresa si ingaggia una grossa sfida in cui le rivendicazioni sindacali si fondono con gli obiettivi politici, i profili anarchici e rivoluzionari si mescolano con quelli riformisti: una sfida che attraversa con esiti alterni i rivolgimenti sociali procurati dalle due Guerre Mondiali, le fasi di accelerazione e di crisi dello sviluppo economico e finanziario per continuare a manifestarsi sino ai nostri giorni: grazie alle quali il lavoratore riesce a vedere finalmente accolte le proprie più essenziali rivendicazioni. E sebbene il sistema capitalista riesca ad imporre quell’alienante divisione del lavoro che resta tuttora il principio cardine dell’organizzazione industriale, l’operaio ha assunto una netta coscienza della sua dignità, del suo status di classe, assumendolo come un dato irrinunciabile della propria identità, da conservare e difendere a tutti i costi nelle alterne vicende della contesa politica e sindacale. Superando dapprima, anche grazie alla diffusione del sapere, gli impatti della meccanizzazione e dell’automazione. Confrontandosi poi con l’avvento del mercato universale, lo strapotere delle multinazionali, il doppio effetto della globalizzazione, il commercio elettronico, il problema dell’ineguale distribuzione della ricchezza, in un contesto mondiale che vede individui alla deriva, esacerbati dalle disuguaglianze e dalla speculazione, scissi tra la partecipazione ed il rifiuto di una vita pubblica in cui emergono nazionalismi esasperati e integralismi che sfociano nel terrorismo. In definitiva, un lungo cammino è stato percorso nel processo di elevazione del lavoratore, ma se è vero come è vero che la creazione di occasioni di lavoro deve essere al centro delle preoccupazioni della società attuale, allora è giunta l’ora di una nuova mobilitazione politica intesa a qualificare la realtà socioeconomica di oggi. E che quel Lavoro su cui tanto facevano affidamento i padri costituenti per costruire su nuove e più salde basi l’Italia repubblicana venga non solo auspicato, favorito e realizzato, ma anche visto e capito dal suo interno, nelle sue fattispecie, nel momento del concreto esplicarsi della prestazione sul posto di lavoro. Perché depurato dalle vessazioni e dai favoritismi, e da quegli aspetti che spesso lo marcano di disimpegno, impreparazione, pressappochismo, diventi finalmente espressione della voglia di affermazione e di elevazione della persona umana.>> Foto generica ( www.whitewolfrevolution.blogspot.com ) |
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