Monito di "Civitavecchia C’è" al fine di una corretta accoglienza degli immigrati
CIVITAVECCHIA - <<Una nuova emergenza si sta abbattendo come un uragano sulla nostra città: l’accoglienza di profughi che, fuggendo dall’Africa attraverso il Mediterraneo con natanti di fortuna, sbarcano sulle nostre coste. Nelle settimane scorse è stato sventato in extremis il pericolo di vedere
sistemate in una palazzina di recente costruzione, nei piani alti completamente vuota, circa 60 di queste persone; ma già si parla dell’arrivo di circa 600 profughi da sistemare nella Caserma De Carolis nel corso del prossimo anno>>. Il preannuncio, è del Direttivo di Civitavecchia C’è. <<Per opporsi a tale evenienza stanno sorgendo dei Comitati spontanei, che sono stati bollati con l’etichetta di razzisti. Abbiamo avuto l’occasione di ospitare alcuni di questi ultimi nella nostra sede; ebbene, da osservatori attenti e interessati ci sentiamo in dovere di dire che questi Comitati vanno rispettati ed ascoltati. Perché oltre a non aver manifestato alcun segno di razzismo, gli stessi hanno evidenziato problemi reali e disagi preoccupanti, anche da parte degli stessi migranti, che hanno già vissuto personalmente in occasione del precedente utilizzo della Caserma suddetta, adatta ad ospitare un numero molto inferiore rispetto a quello che si paventa. Vorremmo ricordare che in base all’Accordo stipulato tra Governo, Regioni, Provincie e Comuni, doveva essere redatto un Piano per l’accoglienza che, oltre al vitto ed all’alloggio, prevedesse misure di informazione, assistenza ed orientamento per l’inserimento socio-economico dei medesimi. Non sappiamo se tutto questo sia stato predisposto e, soprattutto, in che modo ed in quale misura il Governo e la Regione Lazio interverranno nell’Operazione. Ma proprio per ciò, riteniamo che sia dovere del Sindaco, che giorni addietro ebbe a dichiarare che l’arrivo degli extracomunitari potrebbe rappresentare una “opportunità” per la città, parlare con detti Comitati, senza riserve su tutti gli aspetti della complicata vicenda. Perché una città come Civitavecchia, che non riesce ad inserire nel tessuto socio-economico nemmeno 1 su 3 dei propri giovani, difficilmente sarebbe in grado di farlo per persone che vengono da altre culture ed ignorano la nostra lingua. A meno che, per inserimento non si intenda il vedere crescere, in misura esponenziale, il numero di persone che vivono di espedienti, comunque sempre socialmente pericolosi anche quando non sfociano nella violazione del Codice Penale. La situazione è grave e seria; e come tale va affrontata con serietà, competenza e lealtà ed evitando al massimo una presumibile ghettizzazione: perché non vorremmo trovarci a constatare, in un futuro abbastanza prossimo, che dietro la maschera dell’antirazzismo si nascondino i soliti speculatori delle emergenze, che non si preoccupano affatto di danneggiare il prossimo, senza distinzione alcuna tra italiani ed extracomunitari. Negli anni abbiamo, purtroppo, avuto non pochi esempi di questo genere>>. |