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"Quando i migranti eravamo noi..."

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Luigi Agostini-Ex Consigliere Comunale-Sel-1Sel invita i Civitavecchiesi all’accoglienza senza pregiudizio alcuno

CIVITAVECCHIA - “Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Molti puzzano perché tengono lo stesso vestito per settimane. Si costruiscono baracche nelle periferie. Quando riescono ad avvicinarsi al centro, affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano in due

e cercano una stanza con uso cucina. Dopo pochi giorni diventano 4, 6, 10. Parlano lingue incomprensibili, forse dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina; spesso davanti alle Chiese, donne e uomini anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere  e sono assai uniti fra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano sia perché poco attraenti e selvatici, sia perché è voce diffusa stupri consumati quando le donne tornano dal lavoro. I governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma soprattutto non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel Paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, di attività criminali”. “Propongo che si privilegino i veneti ed i lombardi, tardi di comprendonio ed ignoranti ma più disposti di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima Relazione, provengono dal sud dell’Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza ed a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione”. <<Questo testo  - riferiscono dal Circolo locale di Sel - è tratto appunto da una Relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Usa, nel 1912. Della serie “Quando eravamo noi a viaggiare sulle carrette della speranza”. Crediamo che il medesimo si commenti da solo: ma, soprattutto, che possa stimolare una riflessione in ognuno di noi, per leggersi dentro ed onestamente stabilire se si prova indignazione o piuttosto menefreghismo. Sta qui la differenza fra essere o non essere razzista. Il resto sono chiacchiere, come la disquisizione sulla palazzina al Viale della Vittoria o l’eventuale accoglienza alla Caserma “De Carolis”.  Ci rifiutiamo di parlare  dell’argomento con chi è razzista nell’animo, perché c’è un pregiudizio che impedisce qualsiasi confronto di merito. Proviamo solo ad immaginare se ai 95.000 giovani italiani che nel 2013 sono emigrati all’estero per lavorare ( a fronte dei  45.000 migranti giunti in Italia ), fosse riservato lo stesso trattamento. Civitavecchia è medaglia d’oro al valor civile: ci rifiutiamo anche di pensare che abbia perduto i valori di solidarietà e fratellanza che hanno sempre costituito i suoi tratti distintivi.>>

 

Nella foto: l'ex Consigliere Comunale, Giulio Agostini

 

 

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