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Chiarimenti sul contributo “post mortem” inerente la discaricaBRACCIANO - A seguito di articoli di Stampa e dichiarazioni di rappresentanti istituzionali di qualche altro Comune, l’Amministrazione braccianese ha inteso richiamare l’attenzione in merito alla Relazione inviata ( il 16 aprile scorso ) dall’Ad della Bracciano Ambiente, Marcello Marchesi al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti ed allo stesso Sindaco, Giuliano Sala, Socio unico della Società stessa: <<Venti milioni e 231 mila euro. Questa, la somma che la Spa ha speso nel periodo 2004 - 2013 per “la messa in sicurezza ed il monitoraggio di un milione e 800 mila metri cubi abbancati nella discarica di Cupinoro, tra il 1991 ed il 2004, dai soggetti privati, in quegli anni autorizzati dalla Provincia di Roma, dall’Ente regionale medesimo e dalle strutture commissariali succedutesi nel corso delle gestioni straordinarie”. A detta, dettagliata Relazione - si sottolinea - è allegata l’intera documentazione contabile che, anno per anno, giustifica le spese sostenute allo scopo appunto di mantenere in sicurezza gli invasi, gestiti da Società private e ricevuti in affidamento dalla suddetta con Delibera n. 39 del Consiglio Comunale datata 9 giugno 2004. Quest’ultimo è l’anno in cui il Comune stesso ha, di fatto, requisito l’Impianto, emettendo Ordinanze che contestavano al gestore privato l’emergenza ambientale e la mancata prestazione delle garanzie finanziarie necessarie alla gestione medesima, ed ha costituito la “Bracciano Ambiente”, alla quale ha affidato la messa in sicurezza di una volumetria allora già esaurita, priva di alcuna copertura economica od accantonamento, utile a provvedere alla gestione post-operativa. Al momento della estromissione del suddetto privato, tramite Ordinanza sindacale n. 23 del 15 aprile 2004, nulla venne richiesto al medesimo, che aveva gestito tale volume di rifiuti, pur avendo incassato ingenti somme dai Comuni conferitori. Dal 1 luglio 2004 - si ricorda - la Società partecipata si è fatta altresì carico, nell’interesse collettivo, di tutte le spese relative al monitoraggio dei 1.800.000 metri cubi ivi precedentemente conferiti ed ha incamerato, quale contributo “post mortem”, per le volumetrie dalla stessa gestite ( pari a 825 mila metri cubi, dal 1 luglio 2004 al 2013 ) la somma complessiva di 14 milioni e 592 mila euro. La medesima ha utilizzato non solo parte dei citati 14 milioni ma impiegato anche parte della cosiddetta “ecotassa”, incassata per conto della Regione, e della quota di tariffa costituita dal compenso per il gestore dell’attività di smaltimento, per un totale di 20.231.000 euro al 31 dicembre 2013. Ad oggi, inoltre, risultano accantonati ulteriori 2.050.000 euro su un Fondo bancario vincolato. A tutela degli interessi della Bracciano Ambiente, la Regione ha ritenuto in più di accoglierne la richiesta e determinare l’importo di 10.453.107,68 euro quali “maggiori oneri posti a carico della Regione medesima a titolo di concorso alle spese sostenute in relazione all’attività di recupero delle aree degradate a causa dei rifiuti abbancati da soggetti autorizzati fino a giugno 2014>>.
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