Pierfederici (Gruppo Misto) favorevole al tanto dibattuto passaggio 

CIVITAVECCHIA - Anche il Consigliere Comunale Andrea Pierfederici (del Gruppo Misto, sebbene iscritto al Psi) entra nel merito della dibattuta, futura gestione del Servizio Idrico cittadino: <<Qualità del prezioso liquido per lo più scadente, ricorrenti  inquinamenti, sforamento dei tassi di cloruro e/o di arsenico, vetustà della rete di distribuzione che causa frequenti black-out dell’erogazione, allacci abusivi, evasione delle bollette, fognature e collettori in parte da adeguare, depuratori sottodimensionati ed obsoleti che provocano intollerabili sversamenti di liquami a mare.

Tanti, gli effetti negativi che l’attuale, grave situazione proietta sul Bilancio del Comune e sulle aspirazioni della Città ad attestarsi su standard di efficienza e funzionalità finalmente adeguate ed al passo con i tempi. Si guardi semplicemente alle questioni igienico-sanitarie, alla precarietà che induce sul decoro stesso, ai limiti che impone alle attività ricettive e turistiche ed alle diseconomie che provoca. E’ facile dedurre - evidenzia - che la questione del funzionamento del Servizio suddetto sia di fondamentale importanza ai fini dello sviluppo di Civitavecchia>>. E sulle possibili soluzioni: <<L’eventuale costituzione di una Società in House (pur di affermare il principio che l’acqua è pubblica) in alternativa all’attivazione del Servizio fornito da Acea, non servirebbe certo a risolvere tali problemi - afferma categorico - Una Società del genere non avrebbe il capitale indispensabile per operare su un fronte tanto vasto di disservizi, ma forse neppure l’esperienza e la tecnologia richieste per intervenire con successo sui tanti e delicati aspetti che vi sono ricompresi. La medesima andrebbe facilmente incontro ad una gestione passiva. Ed a questo punto bisognerebbe proprio chiudere gli occhi sui disastrosi risultati che hanno dato da noi le Società a partecipazione pubblica. Risultati, i cui effetti stiamo ancora scontando e che sconsigliano alla nostra comunità di imbarcarsi in ulteriori, rischiose imprese. Invece attivando Acea avremmo molteplici convenienze: il Comune incasserebbe 8 euro ad utente a titolo di utilizzo della rete, non dovrebbe più affrontare le spese di riparazione o adeguamento degli impianti, trasferirebbe ad Ato 2 quelle relative al Personale, migliorerebbe la qualità dell’acqua tanto da far risparmiare le famiglie nell’acquisto di quella minerale, godrebbe di tariffe pari a quelle degli altri Comuni del medesimo Ambito. Sorprese non possono essercene. L’acqua è e resta pubblica. Ciò, se solo consideriamo che l’azionariato della stessa Acea appartiene per il 51% a Roma Capitale e per quote di entità variabile a diversi privati. Acea Ato 2 è governata da un Consiglio di Amministrazione in cui siedono anche rappresentanti degli Enti Locali e della Conferenza dei Sindaci presieduta dal Presidente della Provincia di Roma (nel caso, da chi ne fa le veci) che la convoca e presiede. E’ questo l’Organo che programma gli investimenti e decide le tariffe ed è chiaro che un Organismo tanto grande può disporre, senza dover alzare le medesime, di risorse economiche adeguate a programmare progressivi interventi sui tanti aspetti della struttura del Servizio in oggetto che, diversamente, non si potrebbero affrontare. E che da noi sono essenziali. E’ ora - conclude Pierferderici - che ci si ponga di fronte a tale questione senza pregiudizi e con il solo obiettivo di adottare le soluzioni più idonee>>.