Avere la carenza, se non la totale assenza, di idee nel proprio cervellino (da non confondere con il cervelletto) è cosa ancor peggiore che soffrire della cosidetta “sindrome da pagina bianca”. Ma diversi “giornalisti” e “giornaliste”, che non mi sogno certo di reputar Colleghi e Colleghe ne tantomeno di fregiar di maiuscola, hanno trovato a ciò un quanto mai efficace rimedio, per certi versi molto antico; basti pensare a quando si riportava pari pari sul proprio quaderno quanto faticosamente profuso dal vicino o dalla vicina di banco.

Un rimedio che, aggiornato ai tempi moderni (o presunti tali), altri non è che il famigerato “copia-incolla”. Allora ecco che personaggi, più o meno noti, del “nostro” ambiente riescono magicamente a riempire pagine e pagine, per più e più giorni, senza che alcuno ne abbia visto l’ombra in ogni occasione oggetto dei “loro” originalissimi articoli. Una situazione, quest’ultima, che, soprattutto in alcuni casi, ha assunto e sta continuando ad assumere dei toni bizzarri, sovente grotteschi, comunque palesemente inclini al totale ridicolo e che, se non fosse che sta inquinando (per ora impunemente) Lavoro e Professione altrui, potrebbe anche risultare, almeno in certi frangenti, davvero molto divertente. Al sottoscritto, in Città è risaputo, piace parlare avanti; ma è altrettanto evidente come ad altri, così facilmente sgamabili, piaccia esser parlati dietro. E chissà cosa ne penseranno i deputati al controllo specifico, di questi “artisti” del plagio sempre meno dotati di firma in calce ed ancor meno di faccia e fantasia. 

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