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"Collezione Calamatta" al pubblico?

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Suggestiva ipotesi in occasione dell’esposizione di 15 ristampe

CIVITAVECCHIA - Cerimonia di inaugurazione, oggi pomeriggio, presso la vecchia Aula Consiliare, di ben 15 stampe degli originali dell'artista civitavecchiese Luigi Calamatta. L'Assessore alla Cultura Vincenzo D'Antò:

<<Dopo anni le medesime sono state esposte. Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato. In futuro troveremo una location stabile.>> La Prof.ssa Maria Grazia Verzani: <<Importante conoscere questo artista locale di importanza internazionale; e lo sarebbe forgiare i giovani nell'arte dell'incisione.>> L'Assessore ai Beni monumentali, Alessandro Manuedda: <<Questa era la collocazione più giusta per queste stampe che, fino a non molto tempo fa, erano sparse per gli Uffici del Comune.>> La sig.ra Anna Rosa Marchigiani: <<Decenni fa la Scuola Calamatta chiese dove fossero le opere di questo artista. Scrivemmo lettere sia al Comune che a Roma. Scoprimmo che la Collezione Calamatta era composta da 119 incisioni. Nel 1972 furono portate da Civitavecchia a Roma per il restauro e si attese il loro ritorno. Con il Sindaco Ennio Piroli continuammo a scrivere lettere per far tornare le suddette. In buono stato c'erano 15 rami e facemmo altrettante copie sia per la Scuola che per il Comune. Ci recammo alla Cassa di Risparmio di Civitavecchia, allora presieduta dal Dott. Tito per chiedere un contributo iniziale per il recupero di detto materiale. Esso fu di circa 94.000 lire, co-finanziamento della locale Amministrazione. La ditta Sagnotti fece allora delle cornici e, per questo, chiedemmo un ulteriore contributo. Il mio sogno è di vedere le stampe della Collezione Calamatta esposte al pubblico. Sono trascorsi 40 anni ed ancora non hanno una degna sede.>> Il Prof. Giovanni Insolera: <<Beni culturali, problema politico; riguarda chi amministra. Civitavecchia è fiorita nell'800 e di quel periodo c'è una grandezza da valorizzare. Calamatta, artista europeo, personaggio che porta Civitavecchia al centro dell'Europa e tanti altri artisti e personaggi che intorno a questa Collezione, se venisse ricomposta, prenderebbero vita. Nel '72 Piroli scrisse per sapere dove fossero le stampe, esse andarono all'Istituto per il Restauro e, quest'ultimo, disse che dovevamo trovare una sede degna. Negli anni '90 fu scritta sull’argomento anche una Tesi di Laurea, si richiese la restaurazione, si costituì una Commissione composta dallo stesso Piroli, Enrica Foschi e da me per le questioni istituzionali che allora stavo facendo l'Archivio storico. Le incisioni vennero restaurate con circa 70 milioni di lire date dalla Cassa di Risparmio, e portate a Civitavecchia per essere esposte per un giorno. Quell'esposizione del 2001 fu a costo zero, facemmo la guardia anche di notte; lì erano visibili ben 40 incisioni. Poi fu pensato all'Infermeria presidiaria quale luogo ideale. Il Comune investì circa 1 milione di euro per fare la Cittadella e lì dovevano essere esposte. C'era tutto, ma la nuova Giunta decise che vi doveva essere realizzata la Casa della Musica. Dal 2001, da ben 16 anni, la Collezione è dentro una sala del Comune. In questo periodo si stanno restaurando alcune delle Chiese Antiche della città ed è un modo per creare un percorso per i turisti. Il Comune si riappropri delle proprie strutture culturali.>> La Presidente del Consiglio Comunale, Alessandra Riccetti: <<Sento parlare di arte e di identità, dobbiamo recuperare la nostra storia. Vediamo di trovare una sede.>> Il Dott. Carlo Falzetti ha narrato i tratti salienti relativi alla storia del nostro concittadino coinvolgendo il pubblico. La Dott.ssa Rosalba Dinoia: <<Queste 15 stampe esposte sono ristampe provenienti dalla matrice di quelle conservate nella Collezione Calamatta. Tali tirature sono postume, il valore resta inalterato. Detta tiratura avvenne tra il 1886 ed il 1890, le stesse furono acquistate da Marcellina Sand. Sarebbe interessante che per il 150° anniversario della morte di Calamatta venisse organizzato un evento di carattere internazionale. Le stampe possono essere esposte per tre mesi e devono riposare per tre anni, non si può pensare ad un'esposizione permanente ma a ciclo.>> Il Prof. Carlo De Paolis: <<Sono soddisfatto da Civitavecchiese per la riuscita della cerimonia. Questa esposizione ridà valore civile e spirituale a quest'Aula che ha visto rinascere la prima Amministrazione del Dopoguerra. Questa sala fu sede della Fondazione Cialdi fino al 1972; è un luogo di grande importanza storica e sarebbe opportuno che essa venga riservata per gli incontri culturali e sia aperta al pubblico. E' fondamentale ricostruire le bellezze di Civitavecchia.>>

Servizio esclusivo e foto di Sara Fresi

 

 

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