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"Incredibile; ma non troppo"

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Santa Fermina Convegno i Tirreni Martedì 19 aprile 2016 1Convegno di pregio sulle ricchezze dei nostri fondali marini

CIVITAVECCHIA - La Presidente Ombretta Del Monte ne ha avuto ben donde, martedì scorso, nel definire “di pregio” il Convegno a cura dell’Associazione “i Tirreni” introdotto presso la Biblioteca del Centro storico-culturale delle Capitanerie di Porto.

<<Un argomento, quello trattato nell’occasione - le reti fantasma - che necessita di massima attenzione in quanto le stesse deturpano l’ecosistema marino mettendolo a repentaglio.>> E dopo i saluti del Comandante Giuseppe Panico, che ha invitato lo stesso Comitato Santa Fermina ad andare avanti con tali iniziative reputandolo “sulla strada giusta”, la parola è stata passata a Paolo Pasqualini: << Il nostro scopo associativo è il divulgare le nostre conoscenze anche all’interno delle Scuole. Nello specifico, ci preme la tutela della “murata”e dei reperti archeologici>>. <<Il mare è un essere vivente cosciente - ha esordito Sergio Anelli in parte rifacendosi al film Solaris - e noi lo viviamo così. In esso vediamo confluire tutto ciò che compone la conoscenza dell’uomo; miti, riti e quant’altro.>> E riferendosi a varie ricchezze archeologiche presenti sul nostro territorio: <<Incredibile; ma non tanto: tutto ciò lo abbiamo proprio a Civitavecchia>>. Da qui, la mission dell’Associazione: <<Trasmettere tale Cultura ai giovani, affinché gli stessi riconoscano, in quelle meraviglie, dei simboli - attualmente mancanti - attorno cui poter ricreare un senso di appartenenza alla comunità.>> A seguire, un accendo al suo libro in via di pubblicazione e già preannunciato, mesi fa, nel corso del “Meeting di Navalia” a specifico tema: <<Un testo, quest’ultimo, che parla all’animo del Sub e che spero possiate leggere>>. Quanto detto, citando con orgoglio il nome - altresì - del nostro Pluri-Campione di Pesca in Apnea, Fabio Antonini e ricordando il prezioso lavoro dei Maestri d’Ascia locali. Altro intervento di Pasqualini: <<Boschi di gorgonie rosse, colonie di corallo; e tra i reperti ritrovati, un relitto romano con il legno che ha resistito per secoli. M;a la cosa che ci dà maggiori soddisfazioni è quanto facciamo con gli studenti. Attività a favore dell’Ecologia sono, tra le altre, il recupero della plastica - spessa fino a 10 metri quasi a formare delle sorte di continenti - ed appunto il mettere in guardia sulla pericolosità delle reti fantasma>>. Poi, un richiamo alle Tombe Etrusche in fase di riscoperta nei pressi di Torrevaldaliga Nord, ed al Porto Canale romano in località la Frasca. <<Anche qui - ha commentato tornando all’approccio divulgativo - i bambini stessi potrebbero infine fungere da Guide Turistiche per i propri genitori, che sovente non ne conoscono la storia. Tra le possibilità da noi offerte agli adulti, quella di acquisire il brevetto per accompagnare i diversabili in acqua.>>  Parola al Vice Presidente de “i Tirreni”, Stefano De Giovanni: <<L’Ambiente marino è condizionato da diverse azioni, in particolare da quella dell’uomo. Dette reti vengono abbandonate per vari motivi; rimangono sul fondo per tantissimo tempo e svolgono un’opera di pesca silente. Pesci ed altri esseri viventi si ritrovano inevitabilmente avviluppati all’interno delle medesime, che rappresentano - risultando poco visibili - un grave pericolo anche per i Subacquei, i quali, avendo con sé attrezzature ed altri orpelli, potrebbero facilmente rimanervi impigliati.>> Si calcola che la pesca suddetta accaparri ben il 90% degli organismi presenti nei paraggi delle reti in oggetto. Toccante il video in cui una cicala di mare ritorna finalmente libera grazie all’opera certosina di Alberto Sbragaglia. <<Fondamentale, dunque, anche la prevenzione alla quale sensibilizziamo i bambini>>. Non per niente - cosa denunciata seduta stante dal Prof. Carlo De Paolis e confermata dal suddetto - giace tuttora in un’area sommersa civitavecchiese inoltre un grosso quantitativo di imballaggi mercantili, sostanziato da lamiere e molto altro. Un recupero, quello riferibile ai materiali sopra richiamati, reso oltremodo difficile dai costi di smaltimento; ma l’Associazione, in più in tal senso, sta comunque procedendo a buon ritmo. Alice Madonia, del Laboratorio di Oceanologia Sperimentale ed Ecologia Marina - Deb dell’Università della Tuscia: <<Mettiamo in campo tecnologie per studiare la dinamica costiera. Il mare è un sistemo dinamico e noi studiamo le evoluzioni spazio-temporali dei processi che interessano il medesimo. La previsione è associata allo studio del sedimento, del particellato sospeso e dei componenti biologici delle comunità bentoniche. La nostra ricerca trova applicazione nella gestione delle risorse costiere e marine e, operando analisi del capitale naturale, anche nello sfruttamento di energia da fonti marine. In una condivisione multidisciplinare con tutti i rappresentanti della comunità scientifica, sosteniamo il lavoro e l’impegno dell’Associazione “i Tirreni” a tutela del patrimonio naturalistico>>. Patrimonio che - è stato rimarcato - ha subìto e subisce tuttora un’importantissima presenza antropica, ma che - malgrado ciò - conserva ancora diverse, oasi di biodiversità (tra cui quella ricca di coralli, dal valore di 75.000 euro ad ettaro). <<La misurazione dei parametri avviene tramite una rete osservativa confidante in più piattaforme, due stazioni fisse (l’una interna al Porto, l’altra al Porticciolo “Riva di Traiano”), satellite e che utilizza modelli di simulazione numerica. Obiettivo: la divulgazione scientifica; trasmettere nozioni alle nuove generazioni grazie a lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche.>> Ospite d’onore, un moderno casco. <<E’un po’ l’elmo del Palombaro moderno - ha aggiunto a tal riguardo De Giovanni, esternando profonda riconoscenza nei confronti dell’indimenticato papà della stessa Del Monte - Un casco che permette di andare sott’acqua con molta più sicurezza rispetto a quanto avveniva in  passato>>. E riconoscenza - stavolta verso Vincenzino Scotti - è stata espressa da Giorgio D’Andrea dell’Associazione “la Bilancella”, l’ultimo - almeno per ora - Maestro d’Ascia di Civitavecchia, il quale ha sottolineato quanto sia duro riparare, scalpello alla mano, le imbarcazioni in legno. Ciò, rammentando ai presenti la poca attenzione delle Istituzioni rispetto ad un mestiere che, se degnamente sostenuto, potrebbe avere sbocchi inimmaginabili. <<Ma io sono tignoso e vado avanti lo stesso - ha dichiarato - Chiunque volesse imparare, si deve iscrivere all’Ufficio “Gente di Mare” in Capitaneria, fare un Corso di 36 mesi e poi affrontare l’esame abilitante>>. Per chi invece intendesse seguire più da vicino l’evolversi delle attività dei “Tirreni”, può farlo vieppiù tramite la loro, seguitissima pagina Facebook.

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