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"L'inciampo della Memoria"

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Chiara Luciani Neo Dottoressa 3Viaggio nel tempo con Chiara Luciani, tra "Artisti e Architetti in ricordo della Shoah"

CIVITAVECCHIA - Viaggio nel tempo con Chiara Luciani, giovane civitavecchiese Laureata in "Storia dell'Arte e Tutela dei Beni Storico - Artistici" presso l'Università degli Studi della Tuscia di Viterbo. Nella prima puntata di questa nuova Rubrica, affronteremo alcuni passaggi della sua Tesi di Laurea "L'inciampo della Memoria: Artisti e Architetti in ricordo della Shoah".

Cosa ti ha portata a fare ricerche riguardo la questione della Shoah?

<<Il mio interesse nei confronti della medesima è sempre stato vivo, sin dai tempi delle Scuole Superiori, avendo scelto come argomento conclusivo per gli esami di Maturità gli effetti dei totalitarismi sulla psiche umana, in particolar modo prendendo in esame la figura di Primo Levi. Un interesse che poi si è fatto più chiaro e deciso dalla lettura di "Le Fosse Ardeatine" di Adachiara Zevi, sorella dell'Arch. Luca Zevi; testo essenziale, dalla forte carica emotiva, nel quale vengono messi a confronto i vari luoghi della Memoria.>>

Tra i deportati c'erano anche Civitavecchiesi?

<<Durante le mie ricerche, attraverso le letture ma soprattutto grazie alla mia volontà nel portare avanti un tema del genere, sentendo il dovere di far conoscere la tragedia della Shoah al fine di contribuire nella formazione di una coscienza sociale, ho avuto modo di scoprire che tra le vittime delle Fosse Ardeatine, vi fosse anche un nostro concittadino, Antonio Margioni. Di ciò ero a conoscenza in quanto da tempo in contatto con i parenti, grazie ai quali ho avuto “occasione” di conoscere direttamente, per quel che si può a distanza di anni, la storia, i fatti, le emozioni e le difficoltà vissute in quel periodo. Insomma la presenza di vive testimonianze mi ha sia aiutato nel percorso di studio e stesura della Tesi, sia in quello personale facendomi crescere in un modo che non avrei immaginato.>>

Qualche aneddoto relativo ai deportati, sia civitavecchiesi che non civitavecchiesi?

<<Per quel che concerne fatti specifici posso dire che le vittime delle Fosse Ardeatine hanno rischiato di essere vittime mute per il fatto che i nazisti cercarono di occultare le prove facendo esplodere le cave così da restare impuniti. Molte vittime sono rimaste prive di identificazione per lo Stato in cui versavano i cadaveri. La questione toccante riguarda proprio il nostro concittadino, riconosciuto grazie al numero di matricola riportato sulle scarpe che indossava. Per avere informazioni aggiuntive suggerisco la lettura di “Le Fosse Ardeatine” di Attilio Ascarelli, illuminante, ricco, denso di documenti originali, immagini forti, telegrammi e molto altro ancora.>>

Potresti citare alcuni monumenti che ricordano la Shoah?

<<Il Jewish Berlin Museum ( Arch. Daniel LIbeskind ) in pieno stile de costruttivista. Ovviamente il Mausoleo delle Fosse Ardeatine di Roma con le sculture di Coccia e le cancellate di Mirko; Binario 21 ( esattamente quello da cui partivano i deportati ) nella Stazione Centrale di Milano. Peraltro, dovrebbe nascere anche il Museo Nazionale della Shoah nella Capitale detta, presso Villa Torlonia. Ma i luoghi più toccanti sono le strade stesse di Roma, dove è possibile inciampare su dei sampietrini in ottone sui quali sono riportati i dati dei deportati, posizionati dall'artista G. Demnig esattamente dove vivevano le vittime, così da riportarli nei loro luoghi di affezione.>>

Servizio esclusivo e foto di Sara Fresi

 

 

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