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Statua di San Michele Arcangelo

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Michele Arcangelo-Opera di Guido Reni  1635  - 1Proposta di Sara Fresi per Piazza degli Eventi, al fine di riappropriarci delle nostre radici

Civitavecchia salva per miracolo - Il 29 settembre 1779 la nostra città fu colpita da un grave evento che lasciò esterrefatti gli abitanti. Un violento uragano scagliò un fulmine sulla polveriera della Fortezza Giulia, arrecando così gravi danni ad un lato della stessa, trasportando altrove due sentinelle e seppellendo una donna che fu poi ritrovata viva sotto le macerie.

I cittadini rimasero increduli - Tale esplosione causò numerosi danni anche alle abitazioni, ma i cittadini stessi rimasero increduli quando videro che quel turbine minaccioso prendeva il largo verso mare. Il popolo interpretò tale evento come una grazia ricevuta da San Michele di cui, proprio in quel giorno, veniva comunemente celebrato il festeggiamento. Da quell'anno, tale avvenimento fu ricordato mediante una devota Processione, durante la quale i fedeli portavano la Statua dell'Arcangelo per le strade della cittadina, fin dentro detto Forte.


L’Arcangelo Michele nei passi biblici - Michele Arcangelo viene indicato come il Comandate dell’Esercito Celeste contro gli angeli ribelli del diavolo. Il suo nome deriva da “Mi-ka-El” che significa “Chi è come Dio”. Egli fu il capo degli angeli che difesero la fede in Dio contro gli alleati di Lucifero. Nel Calendario Liturgico Cattolico viene celebrato annualmente appunto il 29 settembre. All’interno della Bibbia è possibile ritrovarlo in Daniele 12:1 come “Gran Principe, che vigila sui figli del tuo popolo ( in riferimento al Popolo di Israele ). Nel Nuovo Testamento, precisamente nella Lettera di Giuda 1:9, viene definito “L’Arcangelo”; nell’Apocalisse di Giovanni viene descritta la grande battaglia avvenuta in cielo tra gli angeli rimasti fedeli a Dio e quelli comandati da Satana, “un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi” ( descrizione contenuta al Capitolo 12 versetto 3 ). Nel medesimo capitolo, nei versetti 7-9, è così scritto: “Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi nel cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.”


Michele l’antico guerriero e Santo - “L’iconografia dell’Arcangelo Michele è molto ricca e varia. I bizantini lo rappresentavano in ricche vesti di corte, ieratico, immobile, con verga, labaro e globo crocifero: le insegne di chi regge il mondo per mandato divino. Il volto e l’atteggiamento del suddetto esprimono una infinita pace, grazie alla quale agisce sul mondo medesimo e sugli uomini. L’arte copta lo raffigura con gli altri Arcangeli e questa immagine la si ritrova anche in seguito sia in Oriente che in Occidente. Non di rado, questi ultimi accompagnano Cristo in trono od anche durante la crocifissione, la Madonna con il Bambino e i Santi. Più rare le immagini di Michele taumaturgo: un bell’esempio lo si ritrova in una delle icone della porte della Basilica di Monte Sant’Angelo, dove lo si vede muovere le acque della piscina di Betzaeta. Il primo che vi si sarebbe immerso dopo il suo intervento sarebbe guarito dai suoi mali.

A vincere il Male basta la sua presenza - Il Medioevo privilegiò il combattimento con il drago: San Michele appare mobile e dinamico, mentre combatte con la “mala bestia”. Nella maggior parte delle raffigurazioni Michele combatte il drago senza guardarlo: a vincere il Male basta la sua presenza. L’arte francese rivestì l’Arcangelo di elmo e corazza, come un cavaliere crociato, talvolta con la lancia, altre volte con la spada fiammeggiante. Altre volte ancora regge lo scudo su cui è scritto: Quis ut Deus?, cioè Michael. Può capitare che abbia sul capo il caduceo di Mercurio. In qualche raro esempio è rappresentato a cavallo. Molto sentito anche il ruolo di Michele come guida delle anime dopo la morte. Come fa acutamente notare Giancarlo Roggero, steineriano e grande studioso dello stesso; tale attività va in direzione polare rispetto a quella dell’Arcangelo Gabriele: questi, con l’annuncio a Maria, conduce l’anima sulle vie dell’incarnazione terrena, mentre Michele la ricollega alla dimensione celeste dopo averle fatto da guida nella vita: guida rappresentata con molta efficacia dalla lotta contro il Male. Frequenti anche le rappresentazioni di Michele con la bilancia per pesare le anime o in atto di suonare la tromba nel giorno del giudizio finale. Tale funzione è molto antica: la troviamo già nell’VIII - IX secolo in un bassorilievo nel Santuario del Gargano e nel poema norvegese “Il sogno di Olaf Asteson”, che narra di un viaggio nell’aldilà: “Maestoso Michele stava e la sua bilancia le anime pesava. Accanto a lui era Cristo, il giudice del monto.”

La perfetta immagine del protettore - Non mancano le raffigurazioni in cui l’Arcangelo, contemporaneamente, uccide il drago e regge la bilancia: la spada simboleggia la forza, la bilancia l’equilibrio. Con la spada Michele agisce, con la bilancia regge l’ordine universale armonizzandolo con il suo agire. E’ sempre giovane, aitante, sorridente, sicuro, elegantemente vestito; combatte, ma non infierisce. Forza e temperanza insieme. La perfetta immagine del protettore, della guida, di colui che viene in soccorso nei momenti di pericolo.” ( Informazioni tratte da “Le Vie dell’Arcangelo. Tradizioni, culto, presenza dell’Arcangelo Michele” della scrittrice e giornalista Paola Giovetti, prefazione di Padre Antonio Gentili, Edizioni Mediterranee, Anno 2005, pag. 153 - 155 )

Celebrazioni a San Michele Arcangelo - Sono trascorsi 235 anni da quel fatidico 29 settembre che vide lo scoppio della polveriera e solo per grazia divina Civitavecchia non fu rasa al suolo. Per tale motivo siamo convinti della necessità di celebrare questo evento le cui pieghe iniziali potevano essere nefaste ma che si concluse con pochi danni e la felicità da parte di tutti i civitavecchiesi per essere scampati ad una vera e propria catastrofe. Lo stesso Annovazzi nella sua opera “Storia di Civitavecchia” ricorda come “Questo buon evento ritenuto dal popolo come una grazia ricevuta per mezzo del patrocinio di San Michele, di cui in quel giorno si celebrava la festa, volle con culto speciale si onorasse ogni anno l'invitto Arcangelo a perpetuarne la grata memoria, e stabilì una devota processione da farsi nel giorno stesso 29 Settembre, nella quale con pie preghiere si recasse la statua del principe degli Angeli per la città fin dentro la fortezza, acciò quegli ( diceva il popolo ), che già dalla celeste fortezza fulmina il capo del dragone internale - Draconis hic dirum caput caelesti ab arce fulminat - egli medesimo, come angelo di pace, si degni venire dal cielo a difendere le case nostre da ogni infortunio - Angelus pacis Michael in aedes coelitus nostras veniat - ( Inno della festa di S. Michele )”.

Proposta: Riappropriarsi delle proprie radici - Sarebbe importante non solo ritornare a celebrare, ogni anno, quel preciso giorno, grazie ad una Processione in onore di San Michele Arcangelo, ma far inoltre realizzare una statua dell’Arcangelo a Piazza degli Eventi, con il volto in direzione del Forte Michelangelo, in ricordo del miracoloso intervento.


Sara Fresi ( riproduzione riservata )

Il ritratto è opera di Guido Reni ( 1635 )

 

 

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