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Il monumento ed i "censori"

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Monumento Arma dei Carabinieri-Alfiero Antonini-1Ercole Di Giorgio ( Anc ) replica ad Odoardo Toti sull’opera dedicata al bicentenario dell’Arma

CIVITAVECCHIA - <<La querelle avviata dal Dott. Odoardo Toti, con le provocazioni fatte, merita sicuramente un intervento da parte di chi ha commissionato l’opera all’Arch. Alfiero Antonini e che, insieme a lui ed a tanti altri collaboratori e finanziatori ha contribuito, passo dopo passo, al “farsi” della stessa, dedicata solo ed esclusivamente ai 200 anni di storia dalla istituzione dell’Arma>>. Non si è fatta attendere, dunque,

la replica di Ercole Di Giorgio: <<L’iniziativa da me promossa da aprile come Presidente della locale Associazione Nazionale Carabinieri ( che conta nel territorio più di 300 soci ) con “bozza” elaborata dall’Architetto, seguendo corrette procedure amministrative con opportune richieste e comunicazioni ai competenti Uffici, nel suo iter non è stata contrastata da alcun Ente Istituzionale. Anzi, non solo ha avuto l’approvazione di quelli coinvolti ma anche i contributi e le collaborazioni essenziali di Fondazione Cariciv ed Autorità Portuale. Fattive partecipazioni sono state espresse dal Comandante della Polizia Locale, Leonardo Rotondi, ed appunto da quello della Compagnia Carabinieri, Ceccarelli, oltre che da Imprese, artigiani e comuni cittadini. La volontà di celebrare il bicentenario in oggetto con la raffigurazione di quello che l’Istituzione ha rappresentato e rappresenta sul territorio nazionale e non solo - spiega - è stato il motivo conduttore dell’impegno nella sua realizzazione. Celebrare l’evento con un’opera originale, moderna, al passo con i tempi, ma che contenesse la “storia delle azioni compiute dagli Uomini dell’Arma” nell’interesse ed a tutela del Popolo italiano nel corso dei due secoli. La storia dell’Arma non è avulsa dal contesto cittadino: è la storia nella storia dello Stato e dei suoi Territori ed appartiene a tutto il Popolo; quindi, anche ai civitavecchiesi. Una maestosa fiamma “simbolo per eccellenza dell’Arma medesima” che primeggia e trionfa su sacrifici, brutalità, martiri, stragi, malvagità umane. Giudizi ampiamente rappresentati nella targa apposta a fianco al monumento e “contenuto” dello stesso. Quanto sopra premesso - incalza - mi chiedo se i critici abbiano espresso le loro opinioni con cognizione di causa. Si parla di storia della città, di simboli che non le appartengono, di arte moderna in contrasto con le grandi opere degli artisti del passato! Nessuno le rinnega, ma ricordiamo ai “censori” quanti secoli sono passati da allora, che il mondo è cambiato e che insieme all’arte grandiosa del passato deve legittimamente convivere quella moderna, quella che le nuove generazioni apprezzano, ricercano od elaborano. Arte non solo degli Italiani ma di un universo che tende alla globalità. Civitavecchia non è una monade, non può nutrirsi solo di sé fino a ripiegarsi su sé stessa. I simboli di una città non li scelgono né li possono imporre gli Storici, ma i cittadini che, per fortuna, sono sempre più proiettati in avanti. A forza di voler far guardare indietro - rimarca - abbiamo trasformato questa società in una massa confusa senza presente e rubato il futuro alle nuove generazioni. Concludo esprimendo sull’opera il mio parere insieme all’opinione di molti: ci piace!>>


Nella foto gentilmente concessa: Antonini in posa presso la propria creazione

 

 

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