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Collegate dalla Via Francigena

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Siena 2014-Il maestoso Duomo-1Siena e Roma al centro di un crocevia di idee, pellegrinaggi, merci ed artisti

SIENA - In terra senese è forte la devozione mariana; tanto che il Duomo, dedicato alla Vergine Maria, è simbolo artistico e culturale della città. Alcuni storici attestano che la consacrazione dell'edificio avvenne il 18 novembre 1179 sotto il pontificato del senese Alessandro III Bandinelli.

La struttura è un meraviglioso esempio di stile romano - gotico toscano, avente la pianta a forma di croce latina. Il pavimento fu decantato perfino dal pittore Giorgio Vasari che, riferendosi alle opere di Domenico Beccafumi detto “Il Mecherino”, scrisse: “Fattone dunque saggio, gli riuscì l'opera tanto bene, e per l'invenzione e per lo disegno fondato e copia di figure, che egli a questo modo diede principio al più bello ed al più grande e magnifico pavimento che mai fusse stato fatto, e ne condusse a poco a poco, mentre che visse, una gran parte” ( * ).

Riquadri dai temi classici e pagani

Possibile ammirare ben 56 riquadri, realizzati da pittori e scultori, per lo più senesi; solo per citarne alcuni altri: Matteo Di Giovanni, Domenico Di Bartolo ed il Sassetta. Sono presenti temi classici e pagani: saggi, filosofi e le sibille. Queste ultime sono disposte ai lati, precisamente 5 per ogni navata laterale, e prendono il nome dai luoghi di provenienza: Libica, Ellespontica, Frigia, Samia, Tiburtina, Persica, Eritrea, Cumana e Delfica. La tecnica impiegata è quella del “commesso marmoreo e graffito”, con l’accostamento di grandi lastre di marmo locale aventi colori differenti. Tra questi, solamente il secondo riquadro della navata centrale è a mosaico e, inoltre, considerato il più antico. Ci riferiamo alla “Lupa che allatta i gemelli”. Il rifacimento si deve a Leopoldo Maccari ( 1865 ); attualmente frammenti originali ( 1373 ) sono conservati presso il “Museo dell’Opera del Duomo”.

“Lupa che allatta i gemelli”, simbolo senese

Durante il periodo medievale, quest’ultima divenne il simbolo di Siena. La leggenda narra che Aschio e Senio, figli di Remo, dopo la morte del padre per mano di Romolo, fuggirono da Roma per timore di essere uccisi dallo zio e portarono con loro la statua della lupa capitolina. Sempre secondo la medesima, gli dei Apollo e Diana assistettero i due fanciulli, tanto da far apparire loro due cavalli, uno bianco ed uno nero ( tali colori richiamano quelli della balzana senese ), su cui i due fanciulli cavalcarono fino a giungere in Toscana. Qui edificarono tre fortificazioni su altrettanti colli ( dove oggi sorge la città stessa ) per difendersi dall'attacco di Montorio e Camelio, inviati dal medesimo Romolo. Siena prende il nome da Senio ( o Seno ), mentre il fratello Aschio ( o Ascanio ), diede il nome alla vicina cittadina di Asciano.

Influenza della Cultura classica romana su quella senese

Al tempo dell'Imperatore Augusto, vissuto tra il 63 a.C. ed il 14 d.C., i Romani fondarono in Tuscia la colonia militare Saena Julia. Persino Tacito, nel IV libro della sua “Historiae”, menzionò tale luogo ( 70 d.C. ). In essa passava la consolare Cassia che metteva in collegamento Roma a Florentia ( oggi Firenze ); dal 774, periodo in cui i Franchi sconfissero i Longobardi, tale strada fu percorsa dai pellegrini diretti a Roma in visita alla tomba dell'Apostolo Pietro ( una delle tre grandi "Peregrinationes Maiores", insieme a Santiago di Compostela e Terra Santa ). A questa si sovrappose la Francigena, una rete viaria a sua volta collegante Roma ai luoghi di culto. Quindi entrambe le città erano collegate alla Via Francigena, crocevia di idee, pellegrinaggi, merci ed artisti portatori di novità culturali e di stili artistici ed iconografici romani.


Committenti ed opere da Roma ai Monti della Tolfa

Furono realizzate opere che videro come protagoniste figure della tradizione letteraria classica. Importanti furono i rapporti tra Agostino Chigi e la città capitolina; il ricchissimo banchiere senese fu il committente della romana Villa Farnesina ( 1508 ), dove Raffaello realizzò gli affreschi nella “Loggia di Psiche”. Di notevole importanza la presenza in essa di una comunità senese ( già presente dalla fine del '300 ), che fu così riconosciuta ufficialmente da Papa Leone X ( nel 4 luglio del 1519 ) quale la Confraternita “Natione Sanese in Roma, in nome di Santa Caterina”. In seguito, fu appunto edificata la Chiesa di Santa Caterina da Siena, ubicata nel rione Regola, in via Giulia. I lavori, in tal caso, furono affidati a Baldassarre Peruzzi ( 1526 ) e finanziati dalla nobiltà senese di Roma: il Cardinale Giovanni Piccolomini ( pronipote di papa Pio II e nipote di Papa Pio III ) ed il già citato Chigi ( appaltatore dell'estrazione d'allume nei Monti della Tolfa ).

Siena e le città alleate della Tuscia
 
Nella rappresentazione realizzata sul pavimento del Duomo, secondo riquadro della navata centrale, forte è il richiamo alla leggenda relativa alla nascita di Roma con “la Lupa che allatta Romolo e Remo”. Sullo sfondo è presente un fico ( Ficus Ruminalis ), sotto al quale il pastore Faustolo trovò i gemelli in stato d’abbandono sull'argine del Tevere. Connessi al tondo con la Lupa, otto emblemi che rappresentano le città alleate: il cavallo ( Arezzo ), il leone ( Firenze ), la pantera ( Lucca ), la lepre ( Pisa ), l’unicorno ( Viterbo ), la cicogna ( Perugia ), l’elefante ( Roma ) e l’oca ( Orvieto ). Nei quattro angoli sono rappresentati: il leone con tre gigli ( Massa Marittima ), l’aquila ( Volterra ), il Drago ( Pistoia ) ed il grifone ( Grosseto ). Una chiara rappresentazione allegorica che rimanda a Siena, realizzata al centro, e alla Tuscia d'allora comprendente la medesima Toscana, parte dell’Umbria e del Lazio.


Servizio esclusivo e foto di Sara Fresi


( * ) tratto da “Le opere di Giorgio Vasari Pittore e Architetto Aretino. Parte Seconda. Firenze per David Passigli e Soci; 1832-1838; "Vita di Domenico Beccafumi. Pittore e maestro di getti sanese”, pag. 745.

 

 

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