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Mario Almerighi, riferimento di legalità

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Mario Almerighi-1Presentato “Criminalità senza confini” a firma del noto Magistrato

CIVITAVECCHIA - Venerdì scorso presso l’Aula Pucci, è stato presentato “Criminalità senza confini. Dal Medio Oriente all’America”, ultimo libro del noto Magistrato Mario Almerighi. Si tratta della storia di un’inchiesta giudiziaria da cui emergono scottanti verità che solo un testimone diretto come l’autore io-narrante può descrivere in modo così dettagliato. L’evento è stato moderato dal Delegato comunale alla Legalità, Avv. Angelo Scala

che, salutando i presenti, ha definito il medesimo come <<un tassello della storia del nostro Paese>>. <<Adesso ho più tempo per dedicarmi allo scrivere; ne sto scrivendo già un altro - ha raccontato lo stesso Almerighi - Nello scrivere ho scoperto che spesso la realtà supera la più fervida delle fantasie; i fatti narrati corrispondono a fatti reali>>. Messaggi anche per le nuove generazioni: <<Nel 1974 lavorando con la Guardia di Finanza, e dopo una carriera di oltre quarant’anni nella Magistratura, ho imparato che bisogna insegnare ai giovani certi valori, come l’indipendenza, il senso del dovere, e l’onestà intellettuale che non sono presenti solo nella categoria giudiziaria, ma possono esserlo in tutte>>. Dalle sue parole è emersa anche una lezione di umanità: <<Occorre avere grande rispetto dell’uomo, perché non è il vestito che determina quello che c’è dentro la persona>>. Ed è proprio con tale rispetto che egli ha sempre affrontato i casi nel proprio percorso lavorativo <<Auspico la necessità di un ritorno ai valori per far fronte alla grande crisi dell’uomo e, in tale contesto, è fondamentale l’impegno di ognuno di noi>>. E prendendo spunto da una frase del Pontefice: <<Il potere va inteso come servizio>> ha concluso citando di Bob Dylan: <<Essere giovani vuol dire tenere aperto l'oblò della speranza anche quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di essere azzurro>>. Presenti in platea alcuni dei protagonisti del suo libro-inchiesta, quali il Generale Sotgiu, il Colonnello Giusti, il Pm Capasso ed altri ancora. A seguire, i saluti del Sindaco Tidei <<Almerighi è stato un punto di riferimento della Giustizia e della Legalità nel panorama locale, e non solo; ed altresì nello svolgimento del ruolo di Presidente del Tribunale di Civitavecchia>>. Il Primo cittadino, nel suo intervento, ha fatto alcuni riferimenti all’attualità: <<La degenerazione di una parte della politica ha dato vita a quei movimenti di protesta, quindi dobbiamo uscire fiduciosi, far partire dal basso quello che è stato distrutto, con un ritorno ai principi di legalità, operando per la riforma della Giustizia>>. A conclusione il Sindaco ha inoltre consegnato una medaglia ad Almerighi per il grande lavoro svolto nel nostro territorio. Successivamente, l’intervento di Graziano Diana, giornalista e scrittore, regista di “Edda Ciano il comunista”, figura che ritorna nel libro. Il suo incontro con il Magistrato risale ad oltre 10 anni fa, all’epoca in cui presiedeva la Fondazione “Sandro Pertini” ed era sua intenzione coinvolgerlo in un ruolo di primo piano in un film dedicato a quest’ultimo. Pellicola, che purtroppo non è stata possibile girare. Quella di Silvana Mazzocchi, scrittrice e giornalista, è stata invece un’attenta analisi dei passi del libro-testimonianza di un magistrato, protagonista (io-narrante), che effettua delle indagini rilevanti. Il periodo è agli inizi degli anni ’80 che, tra l’altro, corrispondono all’arrivo dell’autore a Roma; in Italia emergevano fenomeni quali il terrorismo, i servizi segreti, la P2 ed il Tribunale di Roma veniva definito “il porto delle nebbie”. L’indagine durerà circa sette anni portandolo a scoprire falsari e grandi traffici di droga tra Usa, Spagna, Libano, Italia e Marocco. L’ambiente in cui deve destreggiarsi è fatto di spie, doppi giochi, mancanza di certezze, minacce indirizzate a lui ed ai suoi cari; e la realtà si presenta come un “gioco degli specchi”. Egli è un ricercatore di verità, parola che compare numerose volte nel testo, e segue in modo razionale un filo etico. I fatti narrati sono reali, se non per alcuni nomi come l’Albergo ed anche quello di personaggi, piccoli dettagli rispetto alla mole di informazioni. L’On. Furio Colombo, un riferimento per i giornalisti italiani, ha a sua volta espresso stima e profondo rispetto per Almerighi, che <<emerge come un radar tridimensionale che vede a tratti l’affollamento di personaggi appartenenti a gruppi differenti al servizio di qualcuno>>. Tra le pagine, vi sono percorsi inaspettati ed improvvisi ed <<i fatti divengono come misteriose porte girevoli>>. Il protagonista, in alcuni casi, mostra freddezza e distacco come quando riceve minacce di morte. Per Colombo il libro è più teatrale che cinematografico, perché sulla scena compare la folla, nella forma di una grande, potente aggregazione. Subito dopo, Antonio Mastrandrea, Presidente dell’Ordine locale degli Avvocati, ha espresso attestati di stima per il Magistrato, conosciuto quando era appunto alla guida del Tribunale; un rapporto professionale durato pochi mesi ma intensi, dove ha conosciuto un uomo indipendente, libero ma, soprattutto, che privilegia l’aspetto creativo nei suoi interlocutori. Le conclusioni finali all’editore Gioacchino Onorati che si è entusiasmato per i personaggi nelle varie vicende narrate ed è stato colpito dal metodo interrogatorio messo in atto dallo stesso protagonista, fatto con garbo e rispetto.

 

 

 

 

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