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Riflessioni sul fenomeno inoltre grazie ai libri a firma di Antonio IngroiaCIVITAVECCHIA - Cesare Terranova, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Gian Carlo Caselli, Antonio Ingroia; nomi che, dagli anni ’60-’70 ad oggi, hanno segnato e, per moltissimi versi, tuttora segnano la storia della Magistratura nel suo procedere contro l’espandersi ( nonché il differenziarsi ) delle mafie; <<dalle strategie stragiste a quelle economico-politiche>>, dallo specifico territoriale fino <<ad ogni latidudine>>. Nomi che, non “solo” in copertina ( come nel caso gli ultimi due ), ma che si ritrovano, e fanno rumore, tra le pagine di “Vent’anni” ed “Io so”, libri dichiaratamente complementari, presentati venerdì pomeriggio presso il Sunbay Park Hotel nel corso di una iniziativa organizzata dalle Associazioni “Su Compagni” ed “Antonino Caponnetto” ( altro nome, in tal senso, di calibro ). Uomini, quelli citati, tra coloro che, inoltre insieme a tante donne, hanno tradotto o cercato di tradurre in azione l’indignazione delle persone perbene, di quella parte di popolo che non si voltano altrove. <<Anche noi sappiamo - ha affermato Simona Ricotti, Vice Presidente della stessa “Caponnetto” - In città abbiamo il commercio in ginocchio; ma il medesimo, puta caso, rifiorisce sempre quando quel qualcuno se ne occupa. Il tutto, con nessuno che vede>>. Ciò, ricordando altri esempi locali nonché quando, nella <<battaglia impari intrapresa, anni or sono, contro il potero oscuro, velato>> in oggetto, si dava loro dei <<visionari, dei pazzi che creavano allarmismo>>; fino a doversi poi, palesemente ricredere. <<Ma lottare contro le mafie non è un dovere solamente di Magistrati ed Istituzioni, bensì di tutti i cittadini>> - è stato il “monito” conclusivo rivolto alla nutrita quanto attenta platea ( cui si è stato fornito concreto spunto per riflessioni a voce alta e per diverse, interessanti domande ). E negli interventi a più riprese e nelle risposte dello stesso Ingroia ( ospite d’onore ) passaggi sul fondamentale Maxi-Processo, sulla trattativa Stato-Mafia, sull’attualissima vicenda Dell’Utri e tanto altro ancora. Tutto questo, proferendo parole dal sapore apparentemente pessimistico, a nostro avviso asciuttamente realistico, di chi, <<giunto all’apice>> e trovandosi di fronte ulteriori muri di collusione ed omertà, non ha avuto più l’opportuno <<margine di manovra>> per poter andare oltre ( o, almeno, non con la toga indosso ). <<Ma senza chi ci ha preceduto, non saremmo mai arrivati fin dove si è arrivati>> - ha altresì precisato, lasciando spazio, se non proprio all’ottimismo ( comunque sapientemente cauto ), a molto ma molto più di una “semplice” speranza.
Foto di Sara Fresi ( proprietà riservata )
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