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Messaggi fortemente educativi nel nome di Marco PantaniCIVITAVECCHIA - <<Era un ragazzo che voleva fare Ciclismo>>. E’ forse in questa frase, così forte nella sua semplicità ( un po’ come il Campione di cui si tratta ) che può racchiudersi la cifra della presentazione del libro “In nome di Marco” ( intendendo, per quest’ultimo, l’inarrivabile Pantani ),scritto di concerto dalla madre dello stesso, la signora Tonina, e dal nostro Collega de la Gazzetta, Francesco Ceniti. Una presentazione, quella di ieri presso il Sunbay Park Hotel, introdotta da un emozionatissimo Roberto De Vito, altresì in veste di organizzatore dell’evento insieme a Francesco Pierucci ( Associazione “Su Compagni”) e subito spunto di interessanti interventi dalla platea ( che avrebbe meritato d’esser molto più nutrita ) e susseguenti, profonde riflessioni. Quanto detto, con un approccio sorprendentemente “tecnico” verso la vicenda che ha visto quel ragazzo a dover <<portare sulle spalle>>, dal “patatrac” di Madonna di Campiglio all’epilogo di Rimini, <<un peso enorme>>, troppo più grande di lui e <<massacrato>> dalle malelingue, dagli ingiusti sospetti dattorno ( e non solo ) e vittima di un inqualificabile business o di chissà cos’altro tuttora di oscuro. Un approccio “tecnico”, dicevamo, quello più opportuno, a nosro avviso, per “scavare” in certi ambienti e scovarne <<il marcio>> vero, non quello artefatto di chi, in un fare disumano, è cinicamente capace di <<metterti in mezzo>> al proprio, crudele gioco, magari confidando nella complicità di qualcuno fino ad allora insospettabile. Preziosissimi, anche in tal senso, i contributi dei Campioni civitavecchiesi Roberto Petito ( che con Marco ha condiviso esperienze dalla Categoria Esordienti al Professionismo ) e Giovanni Bramucci, poi omaggiati di un fine dono. E nel dolore, per inquantificabile che quest’ultimo possa essere, il cuore di una mamma; che sa andare oltre: <<Se faccio tutto questo, è per i giovani>>. Ciò, a sua volta dispensando dei messaggi educativi con il pensiero rivolto, in particolare, alle tre Squadre di “baby” su due ruote ( in divisa giallo-rosa, a richiamo delle prestigiose maglie vinte dal figlio ), allestite nel ricordo del “Pirata” ed alle prese con un mondo, quello “là fuori”, che, sovente, non guarda in faccia nessuno. Giovani, se non giovanissimi, pedalanti speranze in cui si deve credere; sempre. Altresì nel nome di Marco; per vincere ancora, nello Sport come nella vita. Ed ergersi ad indiscusso modello.
Nella foto di Sara Fresi: Petito in un affetuoso "a tu per tu" con la signora Pantani
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