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"Trame e Fusioni del Novecento"

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Arte-Manzù-Doble face-1Da oggi in mostra le opere di tre maestri dell’Arte italiana contemporanea 

CIVITAVECCHIA - “Afro, Manzù e Lamagna. Trame e Fusioni del Novecento”. Questo, il titolo della mostra che, da oggi al 21 marzo, sarà ospitata presso l’ex Chiesa San Giovanni di Dio e realizzata con il sostegno della Fondazione Cariciv. <<Una selezione di opere di tre protagonisti della scena artistica internazionale ridisegna le trame e le fusioni che, tra lirismo e realismo, hanno caratterizzato l’Arte italiana del XX secolo>>.

Il percorso espositivo si apre con una serie di otto arazzi di Afro, esposti nel 2009 nella grande retrospettiva dedicata al maestro italiano all’interno dell’Ermitage di San Pietroburgo. <<Opere emblematiche della ricerca estetica che, dagli esordi figurativi degli anni ’30 giunge alla contrapposizione tra Realismo ed Informale, attraverso l’esaltazione dei colori ed il disfacimento delle forme, anticipo dell’astrazione>>. Una ricerca seguita da ampi riconoscimenti sia in Italia, dove lo stesso viene premiato nel 1956 come miglior pittore italiano alla Biennale di Venezia; sia all’estero, con l’invito a partecipare nel 1958 ( con Picasso, Mirò, Matta, Moore, Arp, Calder, Tamayo ed Appel ) alla decorazione del Palazzo dell’Unesco a Parigi in cui esegue Il Giardino della Speranza.  Ed il lirismo astratto, sempre intento a cogliere «il ritmo interno di ciò che vive», come notava Giulio Carlo Argan, fa da contrappunto al realismo poetico delle sculture di Manzù. Ispirandosi a sua volta alle cere di Medardo Rosso, quest’ultimo si dedica invece ad una serie di ritratti femminili, marcandone gli effetti espressivi e luministici. Due delle sue tre opere in mostra sono interpretazioni della bellezza femminile, espressione formale di quanto l’artista intendeva dichiarando già nel 1980 che la sua «unica fiducia è la donna, rifugio per l’uomo, mito e incanto, riscoperta delle origini e speranza, possibilità di abbandono e tenerezza». <<Opere in bronzo, modellate tra aria e luce, che esistono in una sospensione spazio-temporale, improntate da un’illusoria leggerezza. Accanto ad esse, un’altra che rappresenta un Cardinale, a testimonianza della profonda riflessione in ambito religioso del medesimo, che ha altresì dato vita a la Porta della morte, realizzata per la Basilica di San Pietro. A conclusione, il crudo realismo di Ernesto Lamagna. <<Il colore delle emozioni di Afro e le modulazioni stilistiche di Manzù sono echeggiati nel tratto vibrante e ricco di pathos che ritrae un’umanità contemporanea corrotta dai vizi, tesa fra le malattie ed il susseguirsi delle stagioni della vita. Una lettura sofferta del destino umano, rappresentata da bozzetti preparatori e lavori, anch’essi in bronzo, che trova una sua perfetta sintesi nel Martello e nella Croce Processionale realizzati dall’artista per il Giubileo dell’Anno 2000 e custoditi nel Tesoro dei Musei Vaticani>>. Organizzazione generale e catalogo sono curati da Il Cigno Gg Edizioni; orari di apertura: dal lunedì al venerdì, dalle ore 10:00 alle ore 18:00. 

 

Nella foto ( gentilmene concessa ): l'opera Doble face di Marzù

 

 

 

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