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Nella Giornata della Memoria, la poesia di un nostro concittadinoCIVITAVECCHIA - Da un nostro concittadino nonché nuovo, affezionato lettore, Maurizio Spreghini, riceviamo, in questa particolare Giornata, una poesia scritta di proprio pugno ed appunto intitolata “27 gennaio”. Poesia , quest'ultima, che, nel ringraziare sentitamente il medesimo, pubblichiamo qui di seguito: "Cenere maledettamente fine si insinua nelle narici portando ancora rancore, toccando il respiro fermo nelle prossimità del cuore. L’inespressione della viltà fa da contorno ai ricordi, lontani focolai rivendicano ancora maledettamente ipocriti quel gesto, pochi sussulti assoggettano quel brulicar d'infamia. Marce logore paventate vessilli aizzati a mostrar la storia, eletti che sciolinano quel blaterar profano, frega il nulla di cosa era, fan clamore talvolta quelle parole. Questo immagina chi scrive... Il boato delle serrature rimaste alle spalle e dinanzi militi ignoti, nel calore falso e deleterio armando la scure per valorizzar la razza, succubi uomini e infanti della morte divenuta sorella. Nulla ha mai ridato, in quella dignità persa... Il nulla è rimasto da allora".
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