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Sikani, intervista all’autore

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Nel romanzo di Giuseppe Panepinto la volontà di riscatto di un popolo che si riconosce nel suo eroe

All’alba di nuovo progetto culturale, ne incontriamo l’ideatore - Giuseppe Panepinto - al quale tosto rivolgiamo le nostre domande. 

Come ha trascorso il suo lockdown?

L’ho trascorso in smart working e studiando; ho messo su carta un anno e mezzo di studio sui popoli storici dell’Area del Mediterraneo; in buona sostanza, ho scritto il mio primo romanzo storico (Jiox il Sikano), primo altresì di una collana di cinque in via di pubblicazione. Nello specifico, occupandomi dei “Sikani” ma ponendo nel mentre attenzione anche su Greci, Elimi, Berberi ed Illiri.

Ambientazione?

In Hippana (non più esistente), interna alla valle del fiume Sòsio, sul Monte dei Cavalli ricompreso nella catena dei Monti Sicani. Detto fiume nasce nel territorio di Bivona (l’antica Bibon) e diventa verdura per poi sfociare nel Canale di Sicilia. Nella valle stessa si trovano inoltre Palazzo Adriano (che allora non esisteva), Cianciana (Cianciania), Camico (mai occupata; ora Sant’Angelo Muxaro) ed altri paesi.

Può fornirci qualche passaggio della storia dei protagonisti? 

Nel romanzo, tratto - come detto - di un popolo che, a sua volta, non esiste più. I “Sikani”, in base ai mie studi, provengono da un’area sui Pirenei; a sud avevano gli Iberici, a nord, i Galli. Ne furono cacciati dai Liguri Apuani. Approdati in Trinachia, a cui cambiano il nome in Sicania. All’arrivo dei Greci, i “Sikani” abitavano nei pressi del fiume Berice, poi divenuto Platani. Popolo di pastori, già possedevano una lingua scritta (lingua morta) e conoscevano bene la matematica. La Trinachia, prima del loro arrivo era abitata solo nella parte costiera ove sussistevano insediamenti dei Fenici; tipo Zjz, l’attuale Città di Palermo.

A seguire, vi fu un serrato avvicendarsi di popoli dominatori?

Successivamente la costiera in oggetto fu abitata da popoli Greci, che fondarono Gela (a sud), Selinunte (a sud-est) e Himera (a nord). I Geloti, a loro volta, fondarono Akragas (ora Agrigento); i Selenuntini, Segesta: gli Himeresi, Solunto. Dopo un secolo, al confine della stessa Akragas arrivarono i Greci, che fondarono Sira-Kuza (Siracusa) e tutte le città dell’Est dell’Isola. Allorquando i "Sikani" videro arrivare in massa gli Agrigentini, si misero paura, si traferirono nell'entroterra e fondarono appunto Hippana. Nell’VIII secolo, giunsero gli Elmi e presero possesso della terra dal Belice verso est con capitale Erix (Erice). La scrittura e la matematica, infine, vennero perse a causa proprio della vicinanza delle popolazioni greche. Dall’unione dei “Sikani” con i Greci, nel V secolo A.C., nacquero i Siculi.

Da cosa prende le mosse questo suo scritto?

Lo stesso è mosso dalla volontà di riscatto di un popolo che si riconosce nel suo eroe; un eroe senza l’ambizione di diventare re, che sposa una donna llliri e diventa amico del tiranno di Siracusa per eccellenza, Dionisio I. L’amore dell’eroe per la sua terra e per i suoi fratelli sicani lo porta a fare delle alleanze con Annibale Magone, capo dei Cartaginesi. Cartagine godeva di una forma di democrazia da secoli.

 

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