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Dal drakkar alla liburna

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L'esperienza di Mario Palmieri rappresenta una preziosa opportunità per Civitavecchia 

Questa volta, in Zona Blu, anziché trattare delle tradizioni marinare della città, raccontiamo la sua cronaca e parliamo, dunque,

del Comandante Mario Palmieri. Chi di noi non ha visto le meravigliose ricostruzioni delle pompe di sentina della antica flotta romana esposte nella Mostra “Navalia” o visitando il Museo ospitato nel Castello di Santa Severa, non ha forse osservato le ricostruzioni di intere navi antiche? L’autore di questi fedeli modelli di Archeologia navale è appunto l’amico Mariotto. Egli attualmente è il Responsabile del Centro Archeologico Studi Navali presso il quale si studiano e si ripropongono le antiche tecniche di carpenteria navale e delle attrezzature di bordo. La sua è una storia che parte da lontano, precisamente dai Cantieri di Fiumicino presso i quali egli si era specializzato Mastro d’ascia. La sua abilità è riconosciuta da tutti nell’ambiente dei Cantieri navali e così, nel 1993, l’ambasciata Norvegese gli assegna il compito di ricostruire un antico drakkar, la tipica nave dei vichinghi. Il progetto è realizzato in modo mirabile e Flavio Enei, attuale Direttore del ricordato Museo, lo contatta per realizzare la ricostruzione di una oneraria romana. Mario si reca allora presso l’Ecole francaise de Rome per ricercare la documentazione che gli permetta di realizzare una riproduzione accurata e, gioco forza, qui entra in contatto con il gotha europeo dell’Archeologia navale e subacquea. Nomi quali Michel Rival e Patrice Pomey forse dicono poco al grande pubblico ma rappresentano i massimi esperti europei nel campo. Gli studiosi comprendono ed apprezzano le grandi capacità di Mario e gli affidano degli incarichi importanti. In Francia, contatti e collaborazioni si estendono anche al prestigioso Istituto di ricerca CNRS, che si distingue per le ricerche subacquee in alta profondità. Egli non è meno noto presso i più bei nomi della ricerca archeologica subacquea italiana. Tra questi ultimi, Roberto Petriaggi - Direttore per anni dell’Istituto centrale del Restauro e curatore del recupero del satiro di Mazara del Vallo - e Barbara Davidde, Docente di Archeologia subacquea presso l’Università di Roma Tre. Mario vive nella nostra città, dove ha anche realizzato il modello di “Liburna” romana che fa bella mostra di sé nella Darsena del Porto. In qualunque altra comunità una persona di tale spessore sarebbe considerata una risorsa. Eppure - sottolinea il nostro - al di là del successo della Mostra, le proposte per uno sviluppo culturale della città stessa cadono puntualmente nel vuoto.  L’ impegno profuso per la creazione di un Museo del Mare presso i locali del Maschio della Fortezza bramantesca non ha trovato, dopo un iniziale interesse, sponda nell’Amministrazione Comunale. Quindi le macchine ricostruite per la Mostra, dopo l’edizione presentata nei locali della locale Capitaneria di Porto, saranno ospitate in altre sedi e Civitavecchia - ne è convinto Mario - avrà perduto l’ennesima occasione di uno sviluppo alternativo basato sulla valorizzazione della sua gloriosa ed antichissima Storia. E personalmente non posso che essere d’accordo con lui, Civitavecchia, in tal senso, meriterebbe un amore ed un’attenzione diversi.

Nella foto: la liburna innevata

Articolo correlato: https://www.lacivettadicivitavecchia.it/associazione/7336-cultura-sinergie-lavoro

 

 

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