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“Un pellegrino alla ricerca di sponsor”

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Disamina di Ombretta Del Monte sull'attuale condizione dell'Artista italiano in patria ed all'Estero

CIVITAVECCHIA - Ombretta Del Monte, artista italiana a livello internazionale, ha esposto la difficoltà ed il rammarico della sua vita di pittrice in Italia, durante il Seminario svoltosi di recente a Roma presso la Sala “Nilde Iotti” della Camera dei Deputati

“Ragionare sul futuro dell’Italia. Ruolo e contributo delle giovani generazioni degli italiani nati all’Estero” ed organizzato dalle Associazioni Mantovani e Vicentini nel mondo. Presentato e moderato dal nostro collega del Tg2 Luciano Ghelfi, allo stesso sono intervenuti altresì: il Prof. Emilio Franzina, storico dell’emigrazione italiana; l’On.le Fabio Porta, presidente del Comitato italiani all’Estero della Camera suddetta; il senatore Gianni Marilotti del Movimento 5 stelle; Massimo Ungaro, deputato Pd; Gianni Lattanzio, Segretario Generale dell’Istituto Cooperazione con i Paesi Esteri. Il tutto con il coordinamento scientifico di Aldo Aledda ed il materiale informativo a cura di Franco Pittau. Una disanima critica, personale, quella della Del Monte, ma che, a detta della stessa, rispecchia in generale gli aspetti di tanti artisti di Arti visive:

<<Un mercato come quello italiano è già di per sé soggetto ad incertezze e più orientato alla staticità piuttosto che alla vivacità degli scambi. L’Italia sconta, certamente, una tassazione superiore a quella dei mercati concorrenti; la nostra Iva sulla vendita di opere d’Arte è la più alta rispetto a tanti altri Paesi. Noi al 22% contro il 5% del Giappone, il 7% della Germania, l’8% della Svizzera e l’ 11,5% degli Stati Uniti. E’ un’immagine poco attrattiva per i possibili investitori e perdente in termini di concorrenza. Ma ancor più dell’effettiva maggior tassazione degli scambi è un altro l’aspetto che dovrà cambiare è una  defiscalizzazione della materia, oltremodo necessaria, che da da sola non potrà portare sostanziali benefici se non è introdotta in un più ampio programma di semplificazioni che favoriscano e snelliscano le transazioni, trasformando l’attuale  sistema in uno semplice da  applicare. Ad esempio, l’impostazione  applicata nel Regno Unito non è particolarmente differente a quella vigente nel nostro Paese, ma è la semplicità del sistema ad essere differente. La facilità d‘importazione, il supporto finanziario. Quello che davvero manca all’economia culturale italiana affinché possa essere accattivante e finalmente consapevole del proprio potenziale economico.

Sempre in altri paesi Europei e tantissimo negli Stati Uniti è diffusa la Residence Art. Progetti rivolti a studenti ed artisti finanziati dallo Stato e da Enti privati. In Italia è praticata pochissimo, ma soprattutto spesso viene svolta da soggetti non qualificati. Parlando di finanziamenti pubblici possiamo pensare di rivolgersi ai Bandi regionali finalizzati alla Cultura, ma ecco che ci troviamo di fronte inizialmente ad una grande ricerca di quelli che possano corrispondere alle nostre esigenze e poi alla complessità di redigere il progetto e molto spesso chi ha la tenacia di riuscire ad elaborare quest’ultimo lo fa rivolgendosi ad un Professionista del settore. Tutto ciò è semplicemente fuori misura dalla portata della semplificazione di accesso. Gli artisti o comunque persone che operano nel campo creativo hanno sicuramente qualche difficoltà ad addentrarsi in contesti prettamente tecnici che laddove c’è la criticità dì elaborazione c’è anche l’alto rischio di essere scartati dai finanziamenti. In sintesi voglio dire più facilità d’accesso ai Bandi e più controllo al soggetto proponente accertandosi che quel progetto venga poi realizzato come proposto.

Tra le cose di cui si occupa il Ministero degli Esteri c’è anche la cosiddetta «diplomazia culturale», attraverso gli Istituti Italiani di Cultura in tutto sono 83: gran parte degli stessi si regge sull'autofinanziamento e sulle sponsorizzazioni, (spesso mi è capitato di consultarli e mi hanno chiesto se avevo sponsor, il che mi sembra alquanto paradossale). Gli Istituti Italiani di Cultura all’Estero sono centri culturali controllati dal Ministero medesimo, che, in totale, finanzia tutti i citati con 11-12 milioni di euro all’anno. Non è semplice capire se una certa somma sia poco o tanto, considerando che siamo nell’ambito della diffusione della Cultura, in cui i risultati non sono facili da misurare. Può però essere utile fare dei confronti con le versioni straniere di detti Istituti. Il British Council riceve circa 150 milioni di sterline all’anno in finanziamenti pubblici ed anche le sedi dell’Instituto Français e dell’Institut Cervantes ricevono di più rispetto agli Istituti Italiani di Cultura. La grande differenza è soprattutto anche in termini di personale: all’IIC di Monaco, ad esempio, lavorano cinque persone; all’Institut Français della città, 19; al Cervantes 20.
C’è anche da dire che in Italia c’è altresì un pessimo approccio nei confronti dell’Arte, in particolare mi riferisco alle Arti visive, Nonostante l’ambiente offra interessanti prospettive di crescita tanti Artisti decidono di tentare di realizzare il proprio percorso artistico all’Estero. Altra problematica di lavoro per i tanti neolaureati in Accademia di Belle arti e Storia dell’Arte che voglio collocarsi in occupazioni museali. Il primo approccio sono le Gallerie d’Arte: una palestra dove fare esperienza senza alcuna possibilità di scalata alla carriera ed il più delle volte nemmeno di accesso al mondo del lavoro. Tanti ragazzi iniziano lì durante gli studi con stage curriculari non retribuiti: è la scelta migliore ed è rarissimo che un tirocinio si trasformi in un contratto e tantomeno che un posto precario si stabilizzi e permetta alla risorsa di crescere. E quindi la Galleria è interessante esclusivamente come opportunità per imparare. Ma imparare cosa? Quali sono le professionalità richieste? L’unica figura fondamentale oltre al Gallerista,  è l’Assistente, una sorta di tuttofare che si occupa della comunicazione, della manutenzione del sito, prende contatti con gli Artisti e cerca di mantenerli nella scuderia, allestisce fisicamente le esposizioni, coordina la logistica, organizza e tiene piccole visite guidate. Un lavoro multiplo, insomma. Dunque espatriare è una buona opportunità per neolaureati in materie artistiche. Perché in Italia le realtà museali offrono sì contratti a progetto o a tempo indeterminato, ma l’offerta è molto bassa rispetto alla richiesta. Basti pensare che il Museo d’Arte moderna di Milano ha solamente due persone a tempo indeterminato e quello di Torino una decina

Perché un investimento culturale per il nostro Paese è poco appetibile e non vi è interesse politico nell’investire in una promozione culturale che non si basi solamente sul Patrimonio storico culturale? Volendo credere nell’attenuante della sfavorevole congiuntura economica nella quale riversa l’Italia, si può immaginare che negli ultimi vent’anni, la massima sciagura di ogni Governo italiano sia stato quello di dover affrontare un investimento dai risultati a lungo termine ponendosi come vitale obiettivo il “guadagno” economico o sociale a breve termine. A livello europeo, la questione “culturale” è tornata alla ribalta nel settembre 2014 a Torino. La Conferenza Internazionale fu diretta dalla Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea e riaffermò i valori a sostegno della Cultura come «bene comune», in quanto «risorsa fondamentale per lo sviluppo sostenibile», osservando, inoltre, come la globalizzazione, la digitalizzazione e la progressiva diffusione delle nuove tecnologie avessero cambiato il contesto di promozione culturale. La definizione di «cultura bene comune» rientra, infatti, nel quadro degli obiettivi dell’Europa 2020: una strategia decennale proposta dall’Unione Europea nel 2010, rivolta alla democratizzazione della Cultura stessa ed al miglioramento della qualità della vita negli ambiti dell’impiego, della ricerca, dell’istruzione. 

In conclusione posso dire che l’Artista italiano non è supportato dal proprio Governo né quando è in patria né quando è all’Estero. In Norvegia, se sei un Artista valido ti stipendiano, qui, se fai l’Artista, sei un pellegrino alla ricerca di sponsor!>>

 

 

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