Clochard, alcolismo e mancata sicurezza a pochi passi dall'Assessorato allo Sviluppo
CIVITAVECCHIA - D’istinto viene da pensare alle volte che si è sentito parlare, convintamente, di lotta all’alcolismo. Tante “belle” parole, come in diversi altri casi, e poi, all’atto pratico, salvo alcuni, cosa si fa per provare a risolvere il fenomeno in oggetto, drammatico in particolar modo
tra i giovanissimi e le giovanissime? E, legato ad esso, al tema della sicurezza, con la città che, a detta di non pochi, pullulerebbe di telecamere di video-sorveglianza ( ma funzionano tutte? ). Ripassare dal piazzale retrostane l’ex Caserma “Italo Stegher”, a due passi da diversi Uffici Comunali, e trovarci di nuovo di fronte il già denunciao “angolo della sbornia”, ci ha fato oltremodo capire come, a maggior ragione a Civitavecchia, le “repetita” non “iuvant”; come il giovamento ( ai fini del comprendere ) non si riscontri nel ripetersi altrui di cose già dette, nelle riflessioni possibilmente sollecitate dalle medesime. E nel caso all’oggetto, peraltro, come si perseveri altresì a sottovalutare un altro dramma ancora: quello vissuto, giorno e notte, dai clochard ( quelli si che “pullulano” dalle nostre parti ). Ma daltronde, quanto è facile voltarsi altrove.
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