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Numeri preoccupanti in seno alla Ricerca di Legambiente e PoliecoCIVITAVECCHIA - Sarebbero dodici le inchieste per traffici illeciti e merci contraffatte riguardanti il nostro Porto. E su 163 indagini internazionali in Italia, una su dieci riguarderebbe il Lazio (21 in totale, il 12,9%). Questo, uno dei dati più importanti della Ricerca di Legambiente e Consorzio Polieco sui flussi illeciti tra Italia, Europa e resto del mondo. <<I numeri sono molto preoccupanti, richiedono una maggiore attenzione da parte delle istituzioni, nascondono un mercato a terra che coinvolge la criminalità organizzata - dichiara Lorenzo Parlati, Presidente di Legambiente Lazio - Servono anche maggiori controlli per andare a fondo e sgominare il fenomeno, attraverso sanzioni specifiche per i reati ambientali secondo la direttiva già introdotta in Europa>>. Lo scalo locale <<si presta bene ad essere usato dai trafficanti, in Italia è al secondo posto come destinazione con Venezia e Bari, dopo Ancona per numero di inchieste, mentre si piazza al terzo come porto di partenza: lontano dai riflettori delle indagine per mafia e situato a due passi dalla Capitale e dal suo immenso mercato (e in genere al centro dello Stivale), è quello dove entrano illegalmente soprattutto merci contraffatte, compresi i prodotti enogastronomici, e specie animali protetti dalla Convenzione Cites, o semplicemente in violazione delle norme italiane ed europee>>. A settembre, ricordano a chiosa da Legambiente e Polieco, i funzionari dell'Ufficio delle Dogane hanno sequestrato ben 11 mila cartoni di olio di oliva fatto passare per extra vergine ed in partenza per Canada e Stati Uniti per un valore complessivo di circa 226.000 euro. |
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