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"In una parola: libera"

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Roma Pride 2013-Il bus inglese-2“Roma città aperta” a coloro che sfilano uniti per pari diritti e tutele

ROMA - “E le cicale; cicale cicale cicale…”; sull’onda musicale di Heather Parisi, come di diversi “big” nazionali ed internazionali, ecco arrivare il festoso corteo Roma Pride 2013. In testa, il carro allegorico dell’organizzazione: un bus inglese a due piani

con su impressi il logo e lo slogan “Roma città aperta”. A seguire: quello del Circolo di Cultura Omosessuale “Mario Mieli” denominato Pridebook e recante la cronologia dei momenti che hanno caratterizzato le conquiste, su scala europea, della stessa Comunità lgbtqi; il Queerlab, una sorta di Teatro dell’Opera a sua volta recante la scritta “Più Traviate, meno Norme”; “Associazione Agedo” con a bordo amici, genitori e parenti di persone omosessuali; e molti altri ancora. E tra i partecipanti in marcia, decine di migliaia di volti provenienti da ogni parte d’Italia (compresa la nostra Civitavecchia) con striscioni e manifesti; come quelli, ad esempio, delle Famiglie “Arcobaleno” (con figli al seguito) e di “Onda Gay”. Non è altresì mancato il transito del “Trenino dei diritti” costruito interamente con materiale cartaceo. E poi alcune bandiere politiche (“Giovani Democratici” e “Rifondazione Comunista”). In tal contesto, abbiamo realizzato delle interviste per meglio comprendere i punti di vista di chi la vive nel proprio quotidiano nonché sulla propria pelle. Ciò, ponendo le domande: Come ti definiresti? Cosa rappresenta per te questa manifestazione? Cosa dovrebbe fare lo Stato per migliorare la tua condizione? Una ragazza, gioiosamente coinvolta: <<Mi definisco, in una sola parola: libera. È importante essere qui oggi per testimoniare la presenza di una grande minoranza all’interno dell’Italia. Vorrei delle Leggi che tutelino la comunità omosessuale prendendo esempio dalla Francia e dando il via ad unioni civili ed adozioni>>. Un ragazzo molto disponibile: <<Semplicemente, gay. Questo evento ci dà la possibilità di far sì che un giorno possano essere riconosciuti pari diritti ai noi e, in particolar modo, alle lesbiche che, in tal senso, sono le più ostacolate>>. Un giovane uomo, sembrante un pò sorpreso dal nostro giornalistico interessamento: <<Sono normale; come tutte le persone che vede qui e coloro che non possono essere presenti. Dallo Stato vorrei il riconosciimento di quanto ci spetta di diritto, al pari degli altri>>. Una donna, contorniata da passeggini: <<Una mamma; e parte di una coppia di genitori che, anche se formata da persone delle stesso sesso, è in grado di sentirsi famiglia, donare amore ai figli ed essere presente nella loro vita>>. A conclusione, abbiamo chiesto ad una Volontaria della Croce Rossa se, nel mentre, vi fossero stati dei particolari problemi: <<E’ andato tutto bene, non si è verificato nulla di tutto ciò>> - ci ha riferito in tutta tranquillità. Inoltre presenti, insieme ad un consistente numero di Forze dell’Ordine (che hanno appieno garantito la sicurezza), lavoratori dell’Ama Roma, subito in azione per ripulire (da volantini, brochure e foglietti vari) le strade poco prima percorse. Un evento pacifico, insomma, contraddistinto non solo dalla musica, dai colori e dai variopinti costumi indossati da Drag Queen e quant’altri, ma anche da una vasta partecipazione di cittadini uniti nelle richieste a coloro che ci governano.

 

 

 

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