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"La scure che spezza il fascio"

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Largo Arditi del Popolo-1Emozionante e partecipata l’inaugurazione di Largo Arditi del Popolo

CIVITAVECCHIA - Voci spesso rotte dalla forte emozione, in particolar modo quella di Manlio Luciani, in ricordo altresì del nonno (avente medesimo nome) e dello zio Vincenzo, stamani in seno all’inaugurazione del tanto atteso Largo “Arditi del Popolo”. Intitolazione promossa ben 11 anni fa, ed ottenuta, previa apposita Delibera Comunale, con tutti i doverosi crismi presso il triangolo di Trincea ferroviaria (rinato a verde pubblico) tra Corso Centocelle e Via Buonarroti. <<E’ il migliore onore che si potesse dare a tutti coloro che si sono sacrificati per la libertà e la democrazia nel nostro Paese

- ha detto nel suo, sentitissimo intervento - Civitavecchia non meritava che non fossero riconosciuti degnamente questi suoi figli che sono stati i primi martiri della Resistenza. Ciò, da ricordare a maggior ragione quest’oggi, che ci ritroviamo inoltre a celebrare la nascita di una nuova Repubblica>>. Prima di lui, il Presidente della Società Storica Civitavecchiese, Enrico Ciancarini ad aiutarci ripercorrere, con preziosa dovizia di particolari, le eroiche gesta di quel <<battaglione di 800 sovversivi civitavecchiesi, tra cui 300 schedati dalla Polizia di allora>>, di quella <<formazione rossa contraddistinta dalla scure che spezza il fascio e che fece della nostra città, insieme solo a quelle di Bari e Parma, una delle poche che resistettero strenuamente alla violenza fascista, anche quando quel Battaglione fu ridotto a 90 componenti a fronte di 4000 fascisti>>. Quanto detto, in uno scenario ricomprendente proprio il sito prescelto per l’occasione odierna e quelli d’attorno; come il Presidio Militare e, alle spalle della targa ivi apposta, la Nona <<ribattezzata come “la Sorbona dell’Antifascismo”>>. A seguire, l’intervento del Vice Sindaco, un altro Luciani, stavolta Enrico, a porre l’accento su quei <<facchini e portuali, sempre in prima linea>> (<<In Italia, di quegli schedati se ne contavano ben 20.000>>) che dopo la Guerra, nonostante i duri, durissimi morsi della fame che sfiancavano le famiglie, fecero fortemente capire che <<c’era un altro Popolo, un altro modo di interpretare la vita>>. Un modo che, grazie agli stessi Arditi ai quali oggi si è reso finalmente onore, hanno contribuito a <<creare un Dna>> riscontrabile, in quanto trasmesso, in chi, davanti alle difficoltà più pesanti, <<non piega mai la testa>>. <<E non finisce certo qui - ha preannunciato ancora il numero due di Palazzo del Pincio - Abbiamo infatti già dato mandato a chè si realizzi e dedichi loro, quanto prima, un Monumento>>. Nel corso della partecipata iniziativa, introdotta dalla Banda Musicale “Amilcare Ponchielli” (con Cerimoniale affidato alla sempre impeccabile Loredana Denaro), l’esecuzione del silenzio e dell’Inno di Mameli. E non sono mancati, intonati da gran parte dei convenuti, Canti partigiani (in primis, “Bella ciao”) con tanto di braccio sinistro alzato e pugno chiuso. Infine, una volta scoperta la targa dedicata, l’apposizione di un significativo mazzo di fiori rossi. 

 

Nella foto: il momento più toccante della Cerimonia

 

 

 

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