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"Oil men" contro le trivelle

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Greenpeace Oil men contro le trivelle 1Greenpeace nuovamente in azione in 22 città italiane

ROMA / CIVITAVECCHIA - Oggi a Roma e in altre 21 città di tutta Italia gli “Oil men” di Greenpeace sono entrati in azione per invitare gli Italiani a partecipare al Referendum sulle trivellazioni offshore del prossimo 17 aprile,

quando si potrà democraticamente giudicare la strategia energetica del Governo ed esprimersi per la tutela dei nostri mari e del futuro dell’Italia intera.  In Piazza Sant’Emerenziana i volontari, vestiti di nero e con mani e volto sporchi di una sostanza oleosa simile al petrolio, hanno animato un flash mob per richiamare l’attenzione dei cittadini. Sullo striscione si poteva leggere un chiaro invito al voto: “Er mare nun se bucia". <<In ciascuna delle città coinvolte, l’appello a non trivellare il Paese è stato infatti tradotto nei dialetti locali, perché la minaccia petrolifera riguarda tutti. Indossare il “nero petrolio” è stato un modo per far capire ai suddetti la vera posta in gioco al Referendum: il no alle trivelle è anche un no alla politica energetica del Governo fondata sulle vecchie e sporche fonti fossili. Il petrolio è un inquinante capace di entrare nella catena alimentare e risalire fino alle nostre bocche. Con una media di 38 milligrammi per metro cubo, il Mediterraneo è il mare più inquinato dagli idrocarburi al mondo.  <<Il 17 aprile gli Italiani hanno la possibilità di fermare le piattaforme più vicine alle nostre coste. Producono solo il 3 % del gas di cui l’Italia ha bisogno, e lo 0,8 % del nostro consumo annuo di petrolio, ma lo fanno inquinando, e molto. Come dimostra il nostro Rapporto “Trivelle Fuorilegge”, che evidenzia concentrazioni preoccupanti di sostanze tossiche e cancerogene nei fondali vicini alle piattaforme e nelle cozze che ci crescono sopra>> - ha dichiarato Andrea Boraschi, Responsabile della Campagna Energia e Clima dell’Associazione. Lo scorso luglio quest’ultima ha chiesto al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, tramite istanza pubblica di accesso agli atti, i dati di monitoraggio delle piattaforme presenti nei mari italiani. <<Il Ministero - ci spiegano dalla medesima - ha risposto fornendo soltanto i dati di monitoraggio relativi al triennio 2012-2014 di 34 impianti dislocati davanti alle coste di Emilia Romagna, Marche e Abruzzo. Sulle altre operanti lungo le nostre coste, un centinaio, o non ci sono monitoraggi o i dati restano “secretati”: in entrambi i casi si tratta di una prospettiva inquietante.  I dati che il Ministero ha consegnato a Greenpeace (raccolti da Ispra e di proprietà di Eni, gestore delle piattaforme monitorate) mostrano una contaminazione ben oltre i limiti di Legge per le acque costiere per almeno una sostanza chimica pericolosa nei tre quarti dei sedimenti marini vicini alle piattaforme stesse . I parametri ambientali eccedono i limiti per almeno due sostanze nel 67% dei campioni analizzati nel 2012, nel 71% nel 2013 e nel 67% nel 2014. Anche nelle cozze la presenza di sostanze inquinanti ha mostrato evidenti criticità. Nei sedimenti raccolti in prossimità delle piattaforme e nei tessuti dei mitili raccolti sui piloni di questi impianti si trovano metalli pesanti e idrocarburi, sostanze tossiche e in alcuni casi cancerogene, in concentrazioni talvolta abnormi, paragonabili a quelle che si riscontrano in ambienti contaminati da grandi sversamenti di greggio.>> Secondo Greenpeace, il voto suddetto ha un portata politica più ampia del merito tecnico del quesito referendario. <<È una data in cui si potrà democraticamente smentire l'indirizzo energetico del Governo, che da due anni a questa parte ha individuato nelle misere riserve nazionali di gas e petrolio l'unico orizzonte di sviluppo energetico per il Paese. Si tratta dello stesso Governo che, mentre prometteva nuova occupazione grazie alle trivellazioni, penalizzava fortemente il settore delle Energie rinnovabili, che ha perso negli ultimi mesi decine di migliaia di posti di lavoro. Greenpeace invita tutti i cittadini italiani a votare Sì, per fermare le trivelle e favorire la transizione verso le citate Rinnovabili.>>

Foto gentilmente concessa

 

 

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