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25 aprile, "si guardi al futuro"

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25 aprile-3Invito ad un'unione di intenti da parte di Castriota (“il Trittico”)

CIVITAVECCHIA - Dal Presidente dell’Associazione Socio-Culturale “il Trittico”, Francesco Castriota, riceviamo ed integralmente pubblichiamo: <<Siamo alla 68ma ricorrenza della Liberazione, che nella storia recente d’Italia segna l’affrancamento del territorio metropolitano dall’occupazione nazifascista e pone le basi della rinascita dello Stato nella forma repubblicana e su basi democratiche e partecipative. A quel memorabile 25 aprile 1945 si giunse, ricordiamolo, attraverso la caduta del regime fascista e i fatti traumatici che nel corso dell’ultimo conflitto mondiale portarono al cambio di governo e di schieramento accompagnato da aspre lotte interne e profonde lacerazioni delle coscienze degli italiani.

Ebbene, il merito dell’avvento della nuova Italia va ascritto all’offensiva delle armate alleate coadiuvate da contingenti dell’esercito regolare italiano, alla resistenza opposta ai nazifascisti dalle varie formazioni partigiane organizzate dai partiti di ispirazione comunista, azionista, socialista, repubblicana, democristiana, liberale, da formazioni militari. Nel dopoguerra si è varato l’assetto istituzionale della Repubblica operando con  governi di unità nazionale e, all’epoca della guerra fredda, allineando l’Italia al blocco occidentale. Il centrismo, promotore del cosiddetto miracolo economico, ha ceduto il passo - attenuatesi le preclusioni ideologiche - a un travagliato Centro-sinistra e ai  suoi tentativi di riequilibrio e riforma. Verso la modernizzazione della società stimolata dal Sessantotto e poi dall’autunno caldo del 1969, per giungere all’attuazione dell’ordinamento regionale e agli scricchiolii dell’economia dovuti alla mala gestione delle riforme. Sino all’attuazione del cosiddetto compromesso storico sostituito dal polo laico e socialista e seguito dai tragici anni del terrorismo. E poi, i contraccolpi nell’area comunista della caduta del muro di Berlino e l’estinzione dei partiti tradizionali indotta dai processi di tangentopoli. Occasione della fine della prima Repubblica e di inizio della seconda con soggetti politici nuovi / vecchi e il varo di inedite coalizioni di centrodestra e centrosinistra. A quanto appena accennato appare doveroso soggiungere che lo spirito della nostra Costituzione è stato a lungo falsato: la Carta invita a ricostituirci secondo principi nuovi e condivisi, non prescrive di odiarci e dividerci anche a costo di far scontare alla nazione lo scotto di esclusioni e crociate ideologiche, ora reciproche, ora unilaterali. Le divisioni, l’anteporre l’interesse di parte a quello generale, hanno bloccato ogni possibilità di alternanza alla guida del Paese di partiti di diverso orientamento politico, agevolando il diffondersi della corruzione, aumentando la distanza dei partiti dai cittadini, aggravando la crisi economica e sociale. Con il rischio che in assenza di un cambiamento radicale possa crollare lo stesso sistema democratico. Urgente a questo punto è l’abbandono del vecchio modo di far politica basato su riti e prassi inaccettabili che ha dilapidato il patrimonio di beni materiali e morali dell’Italia Repubblicana che ci deriva dal sangue e dal sudore dei nostri padri. Confidiamo in atteggiamenti che possano concretamente facilitare la ripresa del dialogo tra esponenti dei vari partiti e il recupero della rappresentatività del rispettivo elettorato. E invitiamo a ripensare il 25 aprile come la data che celebra finalmente una ritrovata fattiva unità d’intenti in funzione dell’appagamento delle incomprimibili esigenze dei cittadini>>.

 

 

 

 

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