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"L'utenza debole in strada"

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Città in Bici-Protesta Vs Strage sulle Strade-2014-Roma-1-O - CopiaFari mai spenti sulle pericolose ( se non fatali ) abitudini alla guida delle automobili

CIVITAVECCHIA - Domenica scorsa, in diverse città d'Italia, si è tenuta un’iniziativa autogestita da parte di coloro che hanno ritenuto necessario, doveroso ed irrimandabile protestare con forza <<contro la strage che ogni giorno si ripete a causa degli incidenti stradali. Strage che,

nell'ultimo periodo, ha aumentato il numero di vittime, di cui il 75% effetto di incidenti che avvengono nell'ambito della viabilità urbana>>. Al grido di "Basta morti in strada!", gli stessi hanno dunque, pacificamente occupato strade e piazze, sollecitando le Autorità <<ad una maggiore attenzione all'attuazione di quelle regole che, se rispettate, potrebbero davvero cambiare la situazione>>. Il rispetto dei limiti di velocità, innanzi tutto, ma anche di tutte le prescrizioni del nostro Codice Stradale, che benché secondo i “ciclo-attivisti” promotori dell’iniziativa siano troppo incentrate sull'uso dell'automobile, potrebbero già tutelare i cittadini e salvare molte vite. <<Chiamarli incidenti non è solo riduttivo; è sbagliato - dichiara Giovanni Di Mascolo di "Città in Bici” il Movimento spontaneo dei ciclisti urbani di Civitavecchia - Questa strage è il prezzo, un costo ben noto, che paghiamo a causa di un male interpretato concetto di mobilità. La leggerezza con cui troppo spesso ci si mette alla guida di un auto, con cui si crede che superando il limite di velocità od usando il cellulare senza auricolare, o guidando in stato di alterazione psico-motoria, sotto l'effetto di droghe o semplicemente dopo un bicchiere di troppo, sia solo una lieve infrazione, deve trasformarsi nella consapevolezza che il rischio vita è sempre altissimo, per il conducente e per quanti egli incontri sulla strada, con particolare riferimento a pedoni e ciclisti, la cosiddetta utenza debole della strada, che deve aver anch’essa diritto a spostarsi in sicurezza.>>. Ma quali potrebero essere i sistemi per diminuire incidenti suddetti?  <<In tutta Europa ed in buona parte del mondo - spiega - si adottano sistemi di prevenzione e moderazione della velocità che hanno dimostrato essere quasi risolutivi, portando il numero di quelli mortali ad essere davvero basso. In molte città si sta portando il limite a 30 Km orari ( a 20 miglia, nei Paesi anglosassoni; cioè a circa 32 ), incentivando contemporaneamente, con un'azione incisiva, la mobilità leggera ed il Trasporto pubblico. Le città stesse stanno tornando a misura di cittadino, smettendo di essere autodromi o, nella migliore delle ipotesi, dei parcheggi. La soluzione non è quindi nell'ampliamento delle strade o nell’aumento di questi ultimi. La risposta è nell'incremento di forme diverse di mobilità, che si possono ottenere solo con il disincentivo dell'uso dell'auto privata. Ciò, con grandissimi benefici su salute, vivibilità e, non ultimo, in questi tempi di crisi, con un grande risparmio economico e delle risorse ambientali già così compromesse.>>. Ma non tutti hanno la possibilità di spostarsi in bicicletta. Ed allora? <<La mobilità è prima di tutto un diritto - ribadisce Di Mascolo a tal riguardo - e come tutti i diritti, va tutelata. Ed a questo contribuisce, in maniera addirittura risolutiva, appunto il ricorso alla “mobilità sostenibile”. Disincentivare l'auto privata non vuol dire proibirne l'uso, bensì renderlo meno conveniente, comodo, piacevole ( per quanto piacevole possa, oggi, esserlo tra le vie cittadine ) rispetto gli altri sistemi di trasporto in ambito sia urbano che extraurbano. E riducendo il ricorso alla stessa, paradossalmente, chi sceglierà di usarla comunque, troverà strade più libere, servizi più efficienti, parcheggi maggiormente disponibili. E non si faccia l'errore di pensare che vi si debba ricorrere perché il Trasporto pubblico non funziona. Le cose stanno esattamente al contrario, tale Servizio non funziona perché rallentato e compromesso dal traffico privato!>>. E circa la concomitanza di detta manifestazione con il 25° anniversario della Caduta del Muro di Berlino: <<All'inizio non avevamo notato la coincidenza delle date, ma rendendocene conto ci è sembrato un ottimo auspicio, affinché anche il muro di omertà che copre, come una pesante coltre, la strage che ogni anno insanguina le nostre strade fosse finalmente squarciato. Il “crollo” del Muro è stato un evento storico di immensa importanza, tutta la Storia contemporanea è in qualche modo legata ad esso. La fine della Guerra Fredda ha cambiato gli equilibri nel mondo; forse la fine della “guerra sulle strade”, ovviamente con il dovuto rispetto e nelle debite proporzioni, può davvero cambiare molto nel nostro Paese, migliorando la qualità della vita di tutti.>> Tornando alla cronaca, anche Civitavecchia ha contribuito a tale, “costruttiva protesta” con la creazione di un evento virtuale in Internet e con la partecipazione, ai Flash Mob romani, di una delegazione di ciclisti urbani civitavecchiesi. Si è inoltre tenuto, in serata, un incontro pubblico presso Viale Garibaldi, in cui, sotto una lieve pioggia che ha inevitabilmente ridotto il numero dei partecipanti, i delegati medesimi hanno riferito sull’evento a tema svoltosi presso la Capitale. <<Ed anche personaggi vicini alla nostra Amministrazione Comunale - ci riferisce in conclusione - hanno voluto far sentire la propria presenza e convergenza di opinioni, sebbene in modo informale, con la partecipazione a detto ritrovo serale.>>


Foto gentilmente concessa dal Movimento “Cicloattivisti”

 

 

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