|
Ma il Consiglio dei Ministri impugna la nuova Legge della Regione Lazio
ROMA - Il Consiglio dei Ministri ha esaminato ed impugnato la Legge regionale numero 5 dello scorso 4 aprile ( “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque” ). Legge di iniziativa popolare che tanti cittadini ed Amministrazioni avevano sottoscritto, fortemente voluta
dalla Maggioranza nonché votata all'unanimità in Consiglio. <<La scelta del Governo nazionale è un atto preoccupante - dichiara Vittorio Cogliati Dezza, Presidente nazionale di Legambiente - Si tratta di un grave errore che va in direzione opposta a quanto votato in modo inequivocabile dalla maggioranza degli italiani nel Referendum 2011. Non solo; è un ulteriore atto che si pone lungo una strada che il Governo stesso sta imboccando ed assolutamente contraria agli interessi strategici del Paese>>. L’Associazione ambientalista, oltre a promuoverla, ne ha sostenuto l’iter in Aula e dopo i 2.485.334 voti del 12 e 13 giugno sopra richiamati, sono state ben 37.000 le persone e 40 i Comuni che hanno firmato e poi approvata la medesima. <<L'acqua è un bene comune ed un percorso straordinario di partecipazione iniziato proprio con i Referendum - commenta, dal suo canto, Roberto Scacchi, Direttore di Legambiente Lazio - Percorso proseguito con centinaia di volontari coinvolti. Quanto fatto, per rispetto della democrazia, non va calpestato. L'acqua è pubblica e diritto universale. Nel Lazio è stato deciso ciò e nessuno può più mettere in dubbio la scelta dei cittadini, reiteratamente dimostrata. Sarebbe assurdo uno “stop” allo straordinario passo in avanti della Regione verso l'applicazione dell’esito referendario>>.
|
- Pubblicato Lunedì, 09 Giugno 2014 22:49
|
|
|