Greenpeace in piazza a difesa di tutti gli impollinatori naturali
ROMA - Sabato scorso, in oltre 100 Città europee, da Amburgo alla stessa Capitale e da Sofia a Malaga, circa mille volontari e attivisti di Greenpeace sono scesi in piazza per difendere le api e gli altri impollinatori naturali, che svolgono un ruolo cruciale per l'Agricoltura
e la produzione alimentare. Le attività in corso a tal riguardo sono tuttora molteplici e vanno dalle proteste nei pressi dei vivai che ancora vendono prodotti dannosi per le suddette alle petizioni all’interno dei mercati e dirette ai Politici. In Italia i volontari, vestiti appunto da ape, sono entrati in azione in ventitre Città tramite “flash mob” o realizzando piatti tipici con ingredienti che dipendono dall’impollinazione ad opera delle medesime. A Roma gli stessi hanno “ronzato”, informando, altresì attorno al Colosseo ed alla Scalinata di Piazza di Spagna. <<Le api non si limitano a produrre miele, come molti pensano. Un terzo del cibo che mangiamo e la maggior parte della flora spontanea dipendono da tale opera. Le bancarelle sarebbero quasi vuote senza il lavoro delle stesse, dovremmo scordarci mele, mirtilli, zucchine, broccoli, cipolle, mandorle, caffè, e molto altro ancora>> - dichiara Federica Ferrario, Responsabile della Campagna “Agricoltura sostenibile”. Le iniziative suddette sono atte a salvarle in quanto minacciate dall’attuale crisi. <<Il declino delle api - continua - è un sintomo di un sistema agricolo-industriale fallimentare, basato su un uso sempre più crescente di prodotti chimici di sintesi ed energia, monocolture su larga scala e dalla dipendenza da poche multinazionali Agro-chimiche. Dobbiamo lavorare con la Natura, non contro di essa - è il monito - Solo un’Agricoltura ecologica e sostenibile ci permetterà di garantire diversità e sicurezza alimentare nonché di proteggerle a lungo termine. È ora che i Politici Europei ascoltino “il ronzio” delle tante persone che si stanno mobilitando per salvare le api; è il momento per loro di agire>>. Un’Agricoltura siffatta - conclude la Ferrario - garantisce cibo sano, protegge suolo, acqua e clima, promuove la biodiversità e non contamina l'Ambiente con sostanze chimiche od organismi geneticamente modificati>>.
Foto gentilmente concessa
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