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Foibe; un capitolo nero

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Foibe-Basovizza-1Un passo indietro nella nostra Storia; per provare a capire

EUROPA - Un capitolo nero della storia recente, che è opportuno ricordare, è quello delle Foibe che, ogni anno, viene commemorato il 10 febbraio. Da qui scaturisce la riflessione su come il concetto di popolo abbia sovrastato quello di umanità e tolleranza; ma ancora più triste è vedere come, nel corso della vita,

alcuni episodi quali razzismo ed intolleranza si ripetano. L’idea di popolo che allora avevano concepito ci porta alla seguente domanda: è realmente migliore il prototipo di un popolo avente un’ideologia politica integralista?. Era il 1945, quasi alla fine della Seconda Guerra Mondiale, gli occhi delle potenze mondiali che avevano preso parte al devastante Conflitto erano fermi e puntati sulla Germania. Intanto, in un’altra parte d’Europa, era in corso un eccidio: migliaia di persone furono torturate e uccise, a Trieste e nell’Istria, dai partigiani comunisti jugoslavi di Tito. Le vittime coinvolte erano, per lo più, italiani, sloveni e croati che si opponevano allo stesso regime comunista. Per provare a capire i motivi di tali, brutali azioni bisogna fare un passo indietro. Erano gli anni ’30 quando fu creato l’Ustascia ( movimento nazionalista croato ); coloro che ne facevano parte collaborarono con le truppe tedesche di occupazione perseguitando in particolar modo i medesimi partigiani e compiendo una vera e propria pulizia etnica a discapito dei Serbi. Le milizie jugoslave furono affiancate dai fascisti italiani e, quando finì la Guerra e furono così sconfitte le stesse truppe tedesche, la vendetta di quelle comuniste jugoslave fu terribile e sommaria. Le vittime furono ridotte alla stregua di schiavi: dovettero sottostare ad atroci sevizie, vennero spogliati dei loro vestiti e della loro dignità e, per ultimo, furono legati l’uno all’altro con del fil di ferro. Gli aguzzini si divertivano a sparare al primo malcapitato del gruppo che ruzzolava rovinosamente nella foiba tirando giù con sé gli altri all’interno di una cavità nella roccia, dove attendeva loro la morte. In tale contesto, è doveroso citare la “Foiba di Basovizza”: originariamente si trattava di un pozzo minerario che, appunto nel maggio del ‘45, divenne luogo di esecuzioni per prigionieri, militari e civili inizialmente destinati ai campi d’internamento allestiti in Slovenia. I martiri delle suddette Foibe furono prelevati dalle case della medesima Trieste nei quaranta giorni di occupazione jugoslava della città, vennero legati e sospinti a gruppi verso l’orlo dell’abisso. Una scarica di mitra faceva precipitare tutti nel baratro. Coloro che sopravvivevano al volo di duecento metri, agonizzavano tra gli spasmi delle ferite e delle lacerazioni causate dagli spuntoni di roccia.  Il sito di Basovizza, nel 1992, fu dichiarato, dall’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, monumento nazionale in memoria di tutte le vittime degli eccidi dal 1943 fino al 1945. 

 

Fonte: www.lefoibe.it/approfondimenti/basovizza.htm

 

 

 

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