 Ulteriore allarme sui numeri del gioco d'azzardo patologico
ROMA / CIVITAVECCHIA - teriori dati forniti dai curatori di “All in - n gioco per la legalità”, progetto educativo, informativo e di ricerca per il contrasto al gioco d’azzardo patologico e ai fenomeni di sovraindebitamento e usura correlati.
Il tempo di vita dedicato all’azzardo
I numeri del gioco d’azzardo si rincorrono e aumentano in modo vertiginoso. Il gioco macina denaro e consuma tempo. Il totale di giocate è stato pari a 136 miliardi di euro nell’anno 2022 mentre nel 2023 c’è un balzo in avanti che spinge la spesa a ben 150 miliardi. Si legge in una recente inchiesta su l’Avvenire: “Dall’analisi dei dati “certificati” per il 2022, la prima cosa che colpisce è il balzo portentoso avvenuto nel cosiddetto azzardo fisico, cioè distribuito in locali nelle città, che sembrava dovesse essere sostituito dal gambling da postazione remota, con smartphone, tablet o computer: più 48,5 per cento sull’anno 2020. Le due forme di accesso all’azzardo, dopo la pandemia, non sono in concorrenza tra loro, ma realizzano una sinergia rendendo duplice o duale la dipendenza da gioco d'azzardo. Si scommette, insomma, per molte ore nelle sale sul territorio e poi si prosegue tranquillamente a casa durante la notte attraverso il web. Un effetto cumulativo ben registrato dai dati ufficiali”. Il gioco d’azzardo nei locali e l’azzardo online non si escludono, insomma, ma si potenziano a vicenda. Diventano complementari e sono tenuti insieme dalla dipendenza patologica dei giocatori. Un altro dato che emerge dall’inchiesta realizzata da Avvenire riguarda il tempo di vita che viene assorbito dal gioco e dai canali sui quali si gioca, dalla sala slot al gioco online in casa. Nel 2023, scrive ancora l’Avvenire, “il tempo equivalente a giornate che gli italiani versano all’azzardo è stato pari a un terzo di quello trascorso nelle vacanze estive con i loro cari”.
Il profilo del giocatore: cerca distrazione (e la “grande vincita”)
Secondo il recente Rapporto sul Mercato del gioco in Italia condotto da Ipsos in collaborazione con Luiss Business School, la spesa complessiva per il gioco ha superato i livelli pre-pandemici. Infatti, nel 2022, l’industria del gioco si caratterizza per un’occupazione diffusa su tutto il territorio nazionale e un fatturato complessivo di 9,1 miliardi di euro. Il profilo del giocatore che emerge da questo studio è quello di una persona più incline alla ricerca dell’intrattenimento rispetto a quella del vantaggio economico. È pur vero che oltre un giocatore su quattro sovrastima la probabilità di vincere al gioco e oltre un terzo è in cerca della “grande vincita”. “Nel 2023 - informa Ipsos - si conferma che la scelta della popolazione di giocare è sempre meno dettata dalla volontà di cambiare economicamente la propria vita e, invece, sempre più dalla ricerca di intrattenimento e divertimento. Il report mostra che la grande maggioranza dei giocatori agisce in modo pienamente consapevole, animato principalmente da spirito ricreativo e in cerca di distrazioni (43%), attratto dall’incertezza dell’esito e dalla possibilità di una grande vincita (35%) e che sovrastima la probabilità di vincita (22%)”. Secondo questo studio, solo una piccola percentuale di giocatori, pari al 4%, considera il gioco come un modo rapido per fare soldi o ritiene che, continuando a giocare, sia eventualmente possibile recuperare le perdite subìte.
Foto: Pixabay
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