Non passa inosservata la protesta di Alessandro Scotto davanti al Palazzo comunale di Civitavecchia
CIVITAVECCHIA - A prestargli ascolto, dei rappresentanti istituzionali - almeno fino a quando eravamo presenti - solo i Consiglieri comunali Vincenzo D’Antò e Matteo Iacomelli. L’uno (di Opposizione),
per dirgli che sulla questione presenterà una Mozione e forse darà avvio a una raccolta firme; l’altro, per assicurargli che si sarebbe fatto tramite per esporre la questione suddetta al Sindaco Ernesto Tedesco e agli altri della Maggioranza. Questo, per ora, quanto ottenuto da Alessandro Scotto da stamane in protesta (con relativo sciopero della fame) in Piazzale Pietro Guglielmotti. <<Ma di certo ciò non mi basta - ha precisato quest’ultimo con decisione ai nostri taccuini - Fino a che il Primo Cittadino non mi dimostrerà, carte alla mano, che ha dato seguito a quanto promessomi, da qui non me ne andrò>>. La richiesta, lo ricordiamo: poter intitolare una via cittadina, con annessa statua, a San Giovanni Paolo II. <<Un’opera, quella proposta nel progetto più volte presentato, che non costerebbe alcunché al Comune perché verrebbe realizzata grazie al contributo economico di privati - ha ricordato Scotto - Un’intitolazione per la quale credo non sia necessario presentare il relativo curriculum vitae>>. D'altronde, stiamo parlando di Papa Wojtyla. <<Eppure - ufficialmente non si sa perché - la cosa sta risultando, da fin troppo tempo, non fattibile>>. E allora, come detto, il medesimo protrarrà la sua permanenza davanti a Palazzo del Pincio in attesa di una risposta - sia essa finalmente positiva o meno - e di annessa motivazione.
Servizio esclusivo e foto di Pietro Cozzolino - Riproduzione riservata
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