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"Lo stupro è un esercizio di potere"

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Incontro formativo presso il Teatro Argentina

ROMA - "Lo stupro non è un atto di libidine o di passione! E' un esercizio di potere!" Questa la riflessione ultima del Corso di Formazione professionale svoltosi ieri mattina ed avente come tema "No, non è la gelosia: si chiama femminicidio. Violenza maschile sulle donne, informazione e deontologia." Oltre 500 Giornalisti si sono ritrovati

al Teatro Argentina per comprendere, nel dettaglio, il ruolo dell'informazione nella narrazione della violenza suddetta, le regole a cui la stessa deve attenersi e l'uso di un corretto linguaggio per evitare la divulgazione di stereotipi negativi. A tal proposito, sono stati fatti esempi di articoli o servizi contenenti dei passaggi atti a colpevolizzare la donna che ha subito violenza e/o voler dare un attenuante al violentatore. Solo per citarne alcuni: spesso leggiamo o sentiamo nei Telegiornali o durante i Talk show di "Delitto passionale": secondo il Codice Penale, gli stati emotivi o passionali non escludono né diminuiscono l'imputabilità, perciò il medesimo risulta punibile. A volte leggiamo di "troppo amore"; quando invece si tratta di un vero e proprio esercizio di potere sulla donna. Spesso vengono messi in luce aspetti estetici e fisici quali la "bellezza e l'avvenenza della donna" soffermandosi (bella quindi colpevole?), "l'abbigliamento" come elemento di colpevolezza (indossare una gonna dà il diritto di approfittare della situazione?), si fa passare la donna come incapace di reagire ed altre situazioni che potrebbero darne un'immagine errata e non oggettiva. Introduzione a cura di Silvia Resta (Segretaria Ordine dei Giornalisti del Lazio), Paola Spadari (Presidentessa Odg Lazio) e Carlo Picozza (Responsabile Formazione Odg Lazio). Apertura dei lavori con Laura Boldrini (Presidentessa della Camera) che si è soffermata sull'importanza del ruolo della donna nella società e dei contributi in vari settori della stessa, quali scienza, tecnologia, cultura, ingegneria, ecc. facendo comprendere l'importanza di utilizzare termini atti a valorizzare il suo ruolo: ministra, sindaca, avvocata…Riflessione anche sulla disparità di toponomastica delle strade: solo il 10% sono dedicate alle donne, quindi la suddetta ha invitato a prendere in considerazione tutte coloro che hanno dato validi contributi, al fine di dedicare loro delle strade. Interventi di Luisa Betti Dakli (Giornalista esperta in gender violence), Maria Lepri (Giornalista Tg2 e membro dell'Associazione Giulia); Elisabbetta Rosi (Giudice consigliere della Corte di Cassazione), Teresa Manente (Avvocata penalista, Responsabile Ufficio legale Centri Antiviolenza - Differenza Donna); Andrea Coffari (Avvocato - Diritto di famiglia); Beppe Giulietti (Presidente Fnsi). Interventi intramezzati dalla proiezione di documenti, contributi video - tra cui il monologo della compianta Franca Rama che raccontò lo stupro subìto - testimonianze dirette di sopravvissute e letture: tra queste ultime il decalogo delle "Raccomandazioni per l'informazione sulla violenza di genere" stilato dalla Federazione internazionale dei Giornalisti.  

Servizio esclusivo e foto di Sara Fresi   

Link di specifico riferimento: http://giulia.globalist.it/Detail_News_Display?ID=15625

 

 

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