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"Drastico ridimensionamento"

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Barbaranelli contro l'eventuale abolizione del turno del venerdì al Teatro Traiano

CIVITAVECCHIA - <<Sembra ormai che l’Amministrazione Comunale abbia deciso di abolire uno dei tre turni - quello del venerdì - al Teatro Traiano. Può passare sotto silenzio una simile decisione?>>.

A chiederselo ed a chiederlo ai nostri lettori è Fabrizio Barbaranelli: <<Facciamo un semplicissimo ragionamento. Con l’abolizione di un turno si determineranno le seguenti condizioni: a)    Si considerano definitivamente persi i 180 abbonati che nella precedente Stagione non hanno rinnovato l’abbonamento. Se infatti si recuperassero - come si dovrebbe tentare di fare - non ci sarebbe possibilità di eliminare un turno. b)    Si riducono a circa 100 persone a sera le possibilità di sbigliettamento (compresi i loggioni). Il che significa che sarà limitatissima la possibilità per chi non è abbonato di andare a Teatro. c)     Si dovranno spalmare gli abbonati del venerdì nelle due giornate del sabato e della domenica con il serio rischio di perdere altri abbonati dopo l’emorragia dello scorso anno. Nella sostanza il Teatro subirà un drastico ridimensionamento nella sua attività primaria: il Cartellone della Grande Stagione, con gli spettacoli del circuito nazionale. Il Traiano, che nella Regione si caratterizzava come il più importante e prestigioso per il numero degli abbonati, per la straordinaria partecipazione e per il livello degli spettacoli, farà un brusco arretramento. Anni di lavoro che avevano consentito di giungere a questo rilevante risultato verranno azzerati da una decisione presa peraltro senza alcuna consultazione, neppure con gli abbonati direttamente interessati. Altro che crescita della partecipazione e Teatro aperto a tutti. Ma perché questa decisione? Si è detto che le ragioni sono due: realizzare economie e fare spazio ad altre attività. La prima ragione ha dell’incredibile. E’ noto infatti che i rischi economici della Grande Stagione sono soltanto a carico dell’Atcl e non del Comune. Quindi non è il Comune stesso a risparmiare. Eliminare un turno “comporterà economie che in alcuni casi arrivano fino a 12.000 euro a spettacolo” ha detto l’Assessore. Ma economie per chi? E’ una affermazione del tutto fuorviante se non si specifica che queste economie riguardano l’Atcl e se si ignorano gli incassi degli spettacoli. C’è inoltre appena da rilevare che il Cartellone della Grande Stagione, fatti salvi i costi di gestione che corrono in ogni caso, era in pareggio fino a due anni fa e l’Atcl interveniva, così ci era stato assicurato, per rafforzare e non certo per indebolire il Teatro. Cosa è successo? Perché non si forniscono alla città i risultati di questi due anni di gestione come si è sempre fatto negli anni precedenti e come si era impegnato pubblicamente a fare l’Assessore? Anche questo silenzio è davvero inquietante perché di fatto impedisce di valutare l’andamento della più importante struttura culturale della città in barba alla tanto ostentata trasparenza. So già la scontatissima risposta, peraltro già fornita agli Organi di Informazione. Ci si dirà che c’è un piano espansivo di altre attività e si tornerà sui Corsi per Macchinisti e sugli altri due Cartelloni, dimenticando che sempre nel nostro Teatro i Cartelloni sono stati tre, senza bisogno di ridurre i turni della Grande Stagione. Il secondo argomento è un evidente espediente retorico: bisogna fare spazio per nuove attività. Nel Teatro si fa innanzitutto teatro ed il Cartellone della Grande Stagione è stato sempre l’elemento qualificante del Traiano che ha reso ancora più prestigiose le altre attività, dando lustro a tutto ciò che vi si svolge. Qualunque altra attività acquisisce prestigio anche in rapporto ai Cartelloni che vengono proposti. E’ soprattutto questo che sprovincializza il Teatro. E’ interesse primario soprattutto delle Compagnie locali e della città avere un Teatro che si proietta con sempre più forza a livello regionale e nazionale. Non è questione marginale quella che si sta ponendo. L’aver raggiunto i tre turni è stato un successo che ha dato il segno della forza del nostro Teatro. Ridurre un turno è una evidente manifestazione di debolezza. Ci ripensino gli Amministratori; perché provvedimenti di tale natura non sono facilmente reversibili. Ci sono voluti anni e lavoro per raggiungere questi traguardi ed annullarli con una decisione affrettata e sbagliata - conclude l’ex Sovrintendente - è una grave responsabilità.>>

 

 

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