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“Apportatori di vita e di biodiversità”

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E' ufficiale: anche Civitavecchia avrà la sua prima Marcia degl Alberi

CIVITAVECCHIA - <<Anche Civitavecchia avrà la sua 1^ Marcia degli Alberi; ormai è ufficiale!>>. Ad annunciarlo è Alessia Colle, Delegata Lipu Birdlife Italia per la Sezione Civitavecchia-Monti della Tolfa <<Sabato 10 febbraio, con ritrovo alle ore 09.30 presso il Parco “Yuri Spigarelli” di San Gordiano, cittadini e volontari, bambini ed anziani

sfileranno per le vie della città con un alberello nello zaino.>> In attesa di maggiori dettagli, eccone qui di seguito il principio ispiratore, spiegatoci da Valentino Valentini (Corita - Conalpa Onlus). <<Da Roma a Taranto, passando poi per Ladispoli, il “testimone” della “Marcia” più spettacolare d'Italia è stato preso dagli amici ecologisti della Lipu di Civitavecchia, che l'hanno organizzata per la vigilia di San Valentino, innamorato della Natura e degli alberi. Pertanto rivedremo uomini, donne e tanti bambini, d'ogni età, indossare l'albero in spalla e marciare per la Città da veri “fitofori”, apportatori di vita e di biodiversità. Ma qual'é il significato più recondito, più intimo di un evento che si conclude pur sempre in un'allegra “messa a dimora”, squisitamente ecologista, di alberi ed arbusti lungo strade e zone a verde delle nostre città? La verità è che la “Marcia degli Alberi”, e coloro che ad essa appartengono, rappresenta un evento profondamente morale! Inghiottiti come siamo dal nostro mondo di “modernità”, abbiamo dimenticato che nell'antica Grecia moira (fato) e dike (giustizia, moralità) erano le sole, reali forze cosmiche che reggessero il mondo naturale (= ecosfera) e le sue leggi, e che quegli uomini credessero fortemente in questi valori. Nel mondo moderno tutto cambia, le scelte morali non sono più dettate da leggi cosmiche, ma sono “autoimposte”, diciamo così, e appartengono alla natura stessa dell'uomo: se tutti i benefici di cui godiamo ogni giorno derivano dal prodotto dello sviluppo economico o “progresso”, ne deriva che il comportamento etico deve uniformarsi a tale processo per espanderlo ed implementarlo sempre più. Così facendo, però, stiamo “abusando” della Terra, dato che la consideriamo un bene che ci appartiene e che possiamo sfruttare a piacimento “ora”, senza alcuna preoccupazione per le generazioni che verranno. Parte così questo “messaggio” altamente morale dei nostri fitofori - che si muovano da Roma, da Taranto, da Ladispoli o da Civitavecchia - perché giunga chiaro e forte alle orecchie dei politici nostrali (oggi più che mai “distratti” dalle diatribe elettorali...) la pressante richiesta per un clima globale favorevole e stabile, un suolo fertile e acqua potabile sufficiente per tutti, un mare pescoso e soprattutto pulito, condizioni queste che sostanziano i fondamenti della vita umana (e non solo) su questo pianeta. Altro che Jobs Act o Legge Fornero! La piantumazione, pardon, la “messa a dimora” di un albero da parte del nostro valoroso fitoforo è cosa buona e giusta perché, come scrivono Goldsmith e Leopold, con i suoi “ecoservizi” tale organismo serve a preservare “l'integrità, la stabilità e la bellezza della comunità dei viventi” e del mondo naturale, dal quale abbiamo tutti dimenticato di provenire. Ma è anche un magnifico gesto d'amore, eticamente compiuto da persone non comuni, che auspichiamo venga reiterato un po' dovunque. In direzione dell'infinito!>>

 

 

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